Ventimiglia dominata da un “regime fascista”. Così la scrittrice Michela Murgia ha etichettato l’amministrazione del sindaco leghista Flavio Di Muro perché ha istituito un servizio di vigilanza privata all’ingresso del cimitero per impedire ai migranti – da sempre accampati in quell’area – di usare i bagni e le fontanelle.
“La invito a Ventimiglia – risponde Di Muro -. Venga a vedere coi suoi occhi quello che succede. Venga a toccare con mano quello che i miei cittadini sono costretti a vivere ogni giorno. E glielo dico nel pieno rispetto di quello che lei ogni giorno affronta”.
La polizia francese li respinge, in Italia rimangono senza assistenza adeguata, costretti a dormire in strada o in accampamenti di fortuna. Non solo gli adulti, ma anche persone vulnerabili, come minori non accompagnati, donne incinte o con bambini, anziani e malati.
E’ il destino di migliaia di migranti che cercano di passare la frontiera di Ventimiglia, secondo quanto denuncia il rapporto di Medici senza frontiere “Vietato Passare – La sfida quotidiana delle persone in transito respinte e bloccate alla frontiera franco-italiana”, presentato oggi.
Ma cosa aveva scritto la scrittrice nel suo post di denuncia? “In Italia sotto un regime fascista un essere umano non ha neanche la dignità di un topo”, la premessa.
L’invettiva si estende alle guardie private incaricate di sorvegliare il cimitero, punto critico degli asembramenti dei migranti.
“Tu fiero di te, petto in fuori e pancia in dentro, come li guardi stasera i tuoi figli a letto puliti dopo la doccia? È per questo tipo di azioni che ti decoreranno la divisa con le medaglie?Abbiate vergogna”.
Ce n’è anche per il sindaco Di Muro. “Tu sindaco, che hai negato la più elementare dignità umana a persone senza niente altro che l’acqua del cimitero, ti senti un gran protettore del decoro della tua comunità?”.