Vigilessa uccisa dall’ex comandante con uno sparo. Le voci di una relazione, cosa non torna

Nella notte i carabinieri di Bologna, hanno sottoposto a fermo un uomo della Polizia Locale di 63 anni, per l’omicidio di Sofia Stefani, 33enne ex collega vigilessa morta ieri con un colpo di pistola alla testa al comando di Anzola Emilia (Bologna), sparato dall’arma di ordinanza del vigile. L’uomo nell’interrogatorio nella tarda serata si sarebbe avvalso della facoltà di non rispondere. Gli inquirenti stanno esplorando tutte le possibili piste, compresa quella dell’incidente. Le voci di una relazione tra la vittima e il 63enne circolavano da tempo, suggerendo un possibile movente passionale.

Cosa è successo

Il 63enne era stato comandante della polizia locale dell’Unione Intercomunale Terre d’acqua. Sofia Stefani, ex vigile urbano, aveva lavorato nel presidio di Sala Bolognese fino alla fine del 2023. I due erano soli nella stanza al momento della tragedia, mentre pochi altri colleghi presenti nella sede non hanno visto nulla, avendo sentito solo lo sparo. I carabinieri del nucleo investigativo e della stazione di Anzola hanno interrogato i presenti per tutta la serata, raccogliendo testimonianze su quanto accaduto. Alcuni colleghi hanno confermato di aver visto l’uomo e Stefani insieme nei giorni precedenti, senza notare tensioni particolari.

Il vigile ha affermato che il colpo è partito accidentalmente mentre puliva l’arma. L’intera area è stata transennata e setacciata dagli investigatori fino a tarda notte. Il PM di turno, Stefano Dambruoso, ha interrogato l’uomo, assistito dal suo avvocato, fino a notte fonda. In passato, Gualandi era stato indagato per diffamazione, accusato di aver creato profili falsi su Facebook per insultare il sindaco di Anzola, Giampiero Veronesi. Tuttavia, era stato assolto poiché non era stato possibile stabilire se il computer utilizzato fosse esclusivamente suo.

 

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Filippo Limoncelli