Vince il concorso da primario dell’Unità Operativa Complessa di Cardiochirurgia dell’Ospedale Moscati di Avellino, ma era stato testimone di nozze di uno dei membri della commissione. Entrambi sono stati condannati in primo grado dal giudice monocratico del Tribunale della città campana, a tre mesi di reclusione con sospensione condizionale della pena.
I dettagli della vicenda
La vicenda risale al 2016, quando era stata bandita la procedura concorsuale al fine di conferire l’incarico. Dopo tre anni, a gennaio del 2019, il ruolo era stato assegnato a uno dei candidati, scelto dalla commissione. Ma secondo l’accusa, confermata dal giudice di primo grado, un componente della commissione esaminatrice aveva attestato ai sensi degli artt. 51 e 52 cpc che non esistevano situazioni di incompatibilità con i candidati che partecipavano al concorso. Non aveva comunicato che il candidato, poi vincitore, nel 2014 era stato il suo testimone di nozze.
A denunciare l’incompatibilità un altro candidato, all’epoca dei fatti primario facente funzioni del reparto, che aveva ricevuto un certificato di matrimonio da cui si capiva il vincolo. In fase processuale è emerso che tra il commissario e il candidato c’erano stati molti contatti telefonici. L’accusa specifica per i due medici, condannati anche al pagamento delle spese processuali, è di falso ideologico in atto pubblico. Per loro c’è la possibilità di ricorrere in Appello.
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