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Violò la quarantena prendendo un treno, assolto un 38enne. Per il giudice “illegittimo limitare la libertà personale”

Un italiano di 38 anni è stato assolto dal Tribunale di Milano dal reato di falso ideologico. Il 15 gennaio di un anno fa, fu fatto scendere dal treno Milano-Bari perché privo di un tampone anti Covid negativo dopo un test positivo che risaliva a tre giorni prima. La Procura, racconta il Corriere della Sera, chiedeva la condanna a 2 mesi per aver violato l’obbligo generale di quarantena introdotto il 25 febbraio 2020.

Salì sul treno senza tampone Covid negativo, assolto

Il giudice ha escluso il reato per tre ragioni. La prima è che il passeggero del treno appariva privo del requisito dell’offensività. L’indiziato non sarebbe stato “in grado di esporre a pericolo la salute pubblica mediante concreta possibilità di contagio di un numero indeterminato di persone”. In quanto “del tutto asintomatico al momento del controllo” sul treno e “negativo a un test in farmacia solo due ore dopo”.

Per il giudice “illegittimo limitare la libertà personale”

La seconda ragione è che l’azienda sanitaria di competenza non l’ha mai sottoposto alla quarantena. Nel senso che la contravvenzione avrebbe dovuto presupporre un ordine non generalizzato ma “ad personam”. Per applicarla non è sufficiente la violazione dell’obbligo contenuto nel provvedimento generale. Perché altrimenti questo costituirebbe un’illegittima violazione della libertà personale. Che quindi sarebbe incostituzionale. Perché quel tipo di limitazione è riservata all’Autorità Giudiziaria. E deve essere fatta con provvedimenti ad personam. Per la giudice “ne consegue che un regolamento generale e indifferenziato che imponga la quarantena ai positivi Covid appare illegittimo e dunque incostituzionale, sicché può essere disapplicato e la sua violazione non può integrare ipotesi di reato”.

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