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AI, IA, Intelligenza Artificiale: dalle mucche agli esseri umani per fare più latte e farci stare meglio

AI, IA, Intelligenza Artificiale: dalle mucche agli esseri umani per fare più latte e farci stare meglio. Esperimenti sono in corso in Germania e la cosa, dati i precedenti, non può non provocare qualche brivido. Ma, assicura Roberto Giardina su Italia Oggi, è tutto per il meglio.

Alcune mucche, racconta Giardina, vivono felici, molte altre meno. A Beverstedt, vicino Bremerhaven, pascolano libere, coccolate come vecchie amiche dall´allevatore  Jürgen Rademacher.

A Groß Kreuz, nel Brandeburgo, presso Postdam, a una trentina di chilometri da Berlino, sono collegate a computer, osservate da videocamere, quasi come macchine da latte. L´intelligenza artificiale invade anche le stalle.

Rademacher, 63 anni, gestisce l´azienda di famiglia giunta alla terza generazione. Le mucche non sono più redditizie, il latte rende poco, aumentano vegetariani e vegani, preferiscono il latte vegetale, d´avena o di soia.

Vent´anni fa aveva 90 manzi, ogni anno doveva macellarne un terzo, e 200 mucche, ogni tre giorni produceva seimila litri di latte, oggi poco più di 200 e mantiene 26 mucche. Vecchie, ma non le manda al macello. Per lui sono come animali domestici, cani o gatti. Ognuna ha un nome, Sally è quasi cieca,  Cleo ha 19 anni, non producono latte e non sono più prolifiche. “I soldi non  mi interessano”,  assicura a Der Spiegel.  Ha 83 ettari, una distesa di prati non sfruttati dall´agricoltura intensiva.

Ma una mucca costa tra fieno, veterinari, riscaldamento, almeno 1800 euro all´anno. Rademacher ha aperto un sito instagram, e un gruppo di appassionati assicura un contributo. Ogni mucca ha 16 padrini, che pagano la retta, e possono venire alla fattoria quando vogliono per accarezzare l´animale adottato. Sono convinti che la mucca li riconosca, e li saluti al loro arrivo.  

A Groß Kreuz, le mucche non hanno un nome, basta un numero. La stalla è gestita dal Leibnitz Institut per la bioeconomia, che conduce una ricerca sulla intelligenza artificiale applicata a agricoltura e allevamento. Un progetto su cui hanno investito oltre un milione di euro. Nella stalla del futuro vivono 59 mucche, che non vanno mai a passeggio per i prati, come quelle di Jürgen. Non possono perché sono collegate a cavi e sensori.

La mucca 230 ha una specie di fondina applicata a un orecchio, ogni volta che respira si accende una spia verde, che viene registrata da un computer. Si controlla se respira con affanno, se è sotto stress, se ha troppo caldo, e il grado di umidità nella stalla. E´ una ricerca ecologica, se l´animale è a suo agio, emette meno C02 e inquina meno. Produce più latte e salva il clima.  

Il direttore dell´esperimento, il Professor May, paragona le mucche ad atleti di cui bisogna migliorare le prestazioni. Nessuno le accarezza o si preoccupa come Jürgen che siano felici.  I tecnici si occupano solo del loro stato di salute, valutato dai computer.

Tre mucche al giorno vengono scelte a turno per venir controllate minuto per minuto da una videocamera che registra ogni movimento.  Le mucche di Potsdam hanno tutte tra i sette e gli otto anni, l´età media per essere redditizie. Producono dai 45mila ai 50mila litri di latte all´anno. Gli animali anziani vengono eliminati, ma a Potsdam si desidera prolungarne la vita attiva.

Alle mucche viene fatto ingoiare un cilindro di plastica e metallo, 3,5 centimetri  di diametro, che trasmette dati al computer, se l´animale ha sete, se ha brucato abbastanza, la temperatura e così via. “Non è vero che si voglia migliorare la salute delle mucche”, critica Gerald Weheder, direttore dell´Agrapolitik Bioland, “si vuole solo aumentare la produzione”.

L´esperimento nella stalla del Brandeburgo potrebbe interessare anche la medicina per gli umani. Già adesso le mutue progettano di applicare l´intelligenza artificiale: al paziente basterà porre via internet le sue domande a un computer che farà la diagnosi e gli spedirà la ricetta via email. E se ingoiamo una capsula o mettiamo sotto pelle un sensore come un pacemaker, i dati verranno inviati all´istante a un medico o a un computer, che potrà controllare se abbiamo preso le pillole all´ora giusta, e se il caso di ricoverarci all´ospedale.
 

Marco Benedetto

Ha fondato Blitz e lo ha diretto fino al 2018. Ha anche firmato oltre 200 articoli. Ora si è ritirato, come conviene all’età, ma ogni tanto non perde l’occasione per dire la sua.

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