L’aviaria uccide il primo essere umano: l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) ha infatti confermato che una donna è morta, infettata dalla variante H3N8 dell’influenza aviaria in Cina. La 56enne della provincia del Guangdong è deceduta il 16 marzo scorso dopo il ricovero in ospedale per una grave polmonite il 3 marzo, come riferisce l’Oms nell’ultimo rapporto sull’influenza. Si tratta della prima vittima per la variante H3N8: finora sono stati tre i casi confermati dall’Oms di infezione umana da virus dell’influenza A/H3N8, gli altri due successivamente guariti.
La donna era stata infettata il 22 febbraio scorso e il suo caso individuato grazie al sistema di sorveglianza Sars. L’Oms riferisce che la paziente soffriva di molteplici patologie sottostanti e aveva una storia di esposizione a pollame vivo prima dell’insorgenza della malattia. Ma – ha assicurato l’Organizzazione Onu – nessun suo contatto stretto ha sviluppato un’infezione o sintomi della malattia al momento della notifica.
Dopo mesi di preoccupazione, il numero di casi di influenza aviaria negli animali è comunque cominciato a calare. Lo rileva l’ultimo rapporto della World Organisation for Animal Health, secondo cui nelle tre settimane comprese tra il 10 e il 30 marzo nel mondo si sono stati verificati 26 nuovi focolai di influenza aviaria nel pollame e 148 in altri uccelli. I nuovi focolai erano stati rispettivamente 44 e 160 nelle tre settimane precedenti. Si è ridotto, invece, di quasi due terzi il numero di animali morti o abbattuti, passati da 2,2 milioni a 610mila.
La gran parte dei focolai nel pollame (14) si sono verificati in Europa; 7 nelle Americhe, 4 in Asia e 1 in Africa. Il numero di decessi più alto è stato invece registrato in Asia con 469.495 animali morti o abbattuti. Stessa tendenza è stata osservata tra gli altri volatili: 115 nuovi focolai si sono verificati in Europa, 32 nelle Americhe, 1 in Asia. Il virus maggiormente circolante è ancora quello di tipo H5N1.