“Schiave di Dio”: bambina di 12 anni in Ghana data in sposa a sacerdote di 63

Con il termine Trokosi, alcune popolazioni di lingua Ewe del Ghana (Africa occidentale) indicano un preciso rituale di una tradizione ancestrale: le “schiave di Dio”, questo significa Trokosi, sono offerte bambine in sposa al sacerdote del culto. La pratica, in teoria abolita dalla legge, di fatto prosegue: è di questi giorni la notizia, e la denuncia delle comunità soprattutto cristiane, di un sacerdote di 63 anni appena unito in matrimonio con una dodicenne.

Gborbu Wulomo, meglio conosciuto in ambito sacerdotale come Nuumo Borketey Laweh XXXIII, ha sposato a Nunga una bambina. A prescindere da tradizioni e costumi religiosi, si tratta di pedofilia mascherata, secondo i contestatori, attivi specie sui social. 

La pratica è antica, in qualche modo una forma di risarcimento agli dei per qualche torto commesso (più che altro debiti) da un membro della famiglia della bambina, per qualche colpa, vera o presunta, di qualcuno della famiglia che magari era già morto prima cprima ancora che fosse nata.

I ministri del culto locale non si scompongono più di tanto. In effetti, la bambina andrà realmente in sposa a quell’uomo non prima dei diciott’anni. La bambina andrà a scuola e non vivrà con il marito. Diciamo che è promessa a lui senza il suo consenso, un matrimonio combinato secondo i precetti e le pretese patriarcali.

Una nuova cerimonia sancirà effettivamente l’unione. “Abbiamo celebrato il matrimonio tradizionale di questa piccola per allontanare gli altri uomini, come prevede la tradizione. È normale. Quando sarà matura, avranno il loro lieto fine”. 

 

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Warsamé Dini Casali