I cani di Chernobyl. Un nuovo studio sui cani che vivono a Chernobyl, condotto dal National Institutes of Health degli Stati Uniti e pubblicato su Science Advances, ha dimostrato che le specie nate e cresciute dopo il terribile incidente del 1986, sono geneticamente diverse da quelle che hanno continuato a vivere, appena a pochi km di distanza.
Il team di ricercatori ha prelevato il sangue dagli animali selvatici che vivono in quell’area, per circa tre anni, ha raccolto campioni da 300 cani, nati e cresciuti vicino alla centrale elettrica e intorno alla città quasi deserta di Chernobyl, dimostrando che la popolazione canina è rimasta del tutto isolata dalle altre al di fuori della zona contaminata, tanto che gli esami sul codice genetico hanno evidenziato che i cani di Chernobyl discendevano direttamente dagli esemplari presenti nella zona durante o subito dopo l’incidente al reattore.
Lo studio è stato condotto anche per conoscere gli effetti dell’esposizione alle radiazioni a lungo termine sulla genetica e sulla salute umana, ancora oggetto di dibattito nella comunità scientifica. “La continua presenza di cani nell’area dimostra che la specie è stata in grado di sopravvivere e riprodursi nonostante le condizioni di radioattività, il che è piuttosto notevole”, ha dichiarato David Brenner, biofisico delle radiazioni alla Columbia University di New York City. Nel proseguo della ricerca si dovrà stabilire quali cambiamenti genetici possono essere attribuiti alle radiazioni e quali ad altri fattori.
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