Clinica della maternità surrogata a Creta, donne dell’est per conto di italiani e tedeschi, la polizia interviene

Clinica della maternità surrogata a Creta. Una donna georgiana porta in grembo illegalmente un bambino per conto di turisti facoltosi. La polizia inteviene e arresta tutti.

Così avrebbero avviato adozioni illegali con bambini nati da madri surrogate a Creta. I luoghi del crimine, il Centro mediterraneo per la fertilità e i servizi genetici e case in affitto a 80 metri dalla struttura.

Le donne sfruttate nella loro maternità erano fatte arrivare da paesi come la Moldavia, l’Ucraina, la Georgia, la Romania e la Bulgaria per mettere a disposizione di coppie senza figli i loro corpi e i loro ovuli. I clienti erano soprattutto austriaci, tedeschi e italiani.

Un commercio che dopo delicate indagini ha portato al blitz delle forze dell’ordine l’8 agosto scorso e alla chiusura della struttura.

Alcune donne erano in stato di gravidanza, altre hanno dato alla luce bambini anche dopo l’irruzione della polizia.

I vicini della Clinica della fertilità di Chania, a Creta, raccontano ai giornalisti degli alloggi nei quali vivevano le madri surrogate e del fatto che, dopo la chiusura della clinica, quelle rimaste non osano più uscire dalle case, non rispondono se si suona il campanello e le persiane restano perennemente chiuse, anche se, assicurano, alcune vivono ancora in quelle case.

Secondo loro non erano donne felici, non sorridevano mai e non interagivano con i vicini. Le vedevano qualche volta al bar per un caffè.

Chi affitta camere ai turisti racconta di coppie che venivano sull’isola per visitare la clinica, mentre altre non hanno mai specificato il motivo del loro soggiorno.

Un giro d’affari per quella che viene definita una vera e propria mafia che aveva messo in atto un business per lucrare sulla fertilità di giovani donne, al di fuori della legalità che pure è riconosciuta in Grecia per questo tipo di interventi.

 

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Maria Vittoria Prest