Congelare lo sperma come atto patriottico: è questa l’ultima sfida dei soldati ucraini alla Russia. Così facendo, anche se dovessero morire in guerra, le loro partner sarebbero comunque in grado di generare figli, anche in loro assenza. Il messaggio al Cremlino è chiaro: anche uccidendo le truppe nemiche, il popolo ucraino sarebbe in grado di rinascere. La soluzione è vagliata e perseguita non solo dalle vedove di guerra, ma anche dalle donne i cui mariti subiscono lesioni, fisiche o mentali, che li rendono impotenti.
Una soluzione che i nostri soldati morti al fronte durante la Prima e la Seconda Guerra Mondiale non avrebbero neanche potuto minimante immaginare, sebbene la sopravvivenza della famiglia restasse un obiettivo primario per molti. Non a caso il baby boom per antonomasia è considerato quello che si verificò in Nordamerica e in Europa Occidentale subito dopo la fine del secondo conflitto mondiale, dal 1945 fino al 1955-60.
La quantità di combattenti ucraini che ha scelto di congelare il proprio liquido seminale è ancora esigua, ma se il conflitto dovesse procedere, il numero sarebbe destinato a crescere. Come si legge sul New York Times, la cifra esatta degli uomini ucraini che hanno congelato già il loro sperma è difficile da calcolare, ma Oleksandr Mykhailovych Yuzko, medico e presidente dell’Associazione ucraina di medicina riproduttiva, ha affermato che le richieste sono in aumento nelle cliniche di tutta l’Ucraina.
Secondo il medico, il governo dovrebbe fare di più per aiutare le donne ad avere figli dai soldati ucraini caduti sul campo di guerra, anche pagando le loro le procedure di riproduzione assistita. “La prima parte è la conservazione delle cellule riproduttive”, ha detto. “La seconda parte è il ripristino del potenziale riproduttivo dell’Ucraina”. Frasi pronunciate con una scientificità programmatica che potrebbe essere usata dal nemico a suo vantaggio, come di fatto è accaduto.
Una giornalista pro-Cremlino, Olga Skabeeva, considera la pratica una forma di “esperimento genetico per costruire una nazione“. “Con l’aiuto della selezione artificiale”, ha aggiunto. In realtà, anche ai soldati russi è stata offerta la stessa opportunità in Patria. Natalya Tolub, portavoce della clinica per la fertilità Ivmed a Kiev, ha dichiarato in una e-mail al Nyt che le dichiarazioni della giornalista sono un chiaro segno che gli ucraini hanno colpito nel segno. “Un successo”, ha commentato. Nella clinica dove lei lavora, ha detto, si recano circa 10 soldati a settimana.
Durante le guerre in Iraq e in Afghanistan, diverse aziende criogeniche offrirono il servizio gratuitamente alle truppe americane inviate in Medio Oriente. Mentre in Israele, le famiglie dei soldati morti in battaglia stanno lottando per arrivare a un disegno di legge, che consenta alle famiglie dei caduti di usare il materiale organico prelevato dal corpo di un soldato deceduto a fini procreativi, a meno che questo non si sia precedentemente opposto. Le accuse a tale richiesta non sono mancate e c’è chi ritiene che far venire al mondo figli senza padri darebbe vita a un “orfanotrofio pianificato”.
Secondo Dominic Wilkinson, professore di etica medica all’Università di Oxford, la corsa di questi soldati ucraini a congelare il loro sperma può essere considerata una scelta etica, a condizione che entrambi i partner concordino in anticipo che può essere utilizzato in caso di morte in battaglia. “Ci sono molti bambini che hanno un solo genitore in vita”, ha detto. “Questo non significa che sarebbe sbagliato mettere al mondo quel bambino”.
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