Sanzioni contro l’Iran, linea dura degli USA mentre Teheran rinnova le minacce mettendo nel mirino i siti nucleari israeliani in caso di “aggressione” da parte dello Stato Ebraico. Dal canto suo Israele prende tempo, pare abbia rinviato la sua “risposta militare” dopo la Pasqua ebraica (22 aprile); una festività che dura 7-8 giorni e che ricorda la liberazione del popolo ebraico dall’Egitto e il suo esodo verso la “Terra promessa”. Nel frattempo crescono i timori di una spirale in Medioriente.
INCUBO ESCALATION – L’avvertimento di Teheran all’Onu (“Possiamo colpire i siti nucleari israeliani”) è inequivocabile. Per evitare dubbi hanno aggiunto che “se Netanyau ci attacca, lo rimpiangerà”. Ma anche Israele è pronto a colpire siti nucleari, la rete energetica degli ayatollah oppure far scattare un cyber-attacco. Il momento è delicatissimo e le diplomazie sono al lavoro h24. Sotto traccia operano attivamente anche Cina e Russia. Nel mezzo Washington distribuisce messaggi mirati il più importante dei quali è proprio la secca smentita del semaforo verde a Israele per l’invasione di Gaza in cambio di una rappresaglia contenuta in Iran. Al contrario, in un meeting virtuale, gli Stati Uniti hanno rinnovato agli israeliani i propri timori che, l’operazione di terra a Rafah, possa causare un grande numero di vittime civili.
PALESTINA NELL’ONU: NO AMERICANO – A notte inoltrata il consiglio di sicurezza dell’Onu ha espresso il suo no all’ingresso della Palestina nelle Nazioni Unite. L’autorità palestinese, guidata da Abu Mazen ha detto che la decisione “è un attacco al diritto Internazionale e un incoraggiamento alla continuazione della guerra genocida contro il nostro popolo che spinge ulteriormente la regione sull’orlo dell’abisso”.
IL FANTASMA DELLE ARMI NUCLEARI – Le minacce incrociate di Israele e Iran tengono il mondo col fiato sospeso. L’attacco iraniano di sabato 13-14 aprile – missili, droni, 5 ore di terrore – attacco in risposta alla azione israeliana del 1 aprile al Consolato di Teheran a Damasco, ( uccisi diversi comandanti delle guardie della rivoluzione islamica) significa che il rischio di oltrepassare “la linea rossa” è più che concreto.
Secondo il New York Times, citando fonti americane, sostiene che Israele avrebbe sottovalutato la portata dei raid di sabato notte e nutrirebbe anche qualche timore per quei missili iraniani che sono riusciti a superare lo sbarramento della contraerea israeliana. Inquietante e minacciosa l’ultima dichiarazione di Ahmad Haghtalab, comandante responsabile della sicurezza militare iraniana: ”La posizione dei centri nucleari del nemico sionista è stata definita e abbiamo a nostra disposizione le informazioni necessarie su tutti gli obiettivi”. Ciononostante l’offensiva di Tel Aviv è sul punto di scattare.