L’elfo di Obrador: il presidente del Messico posta la foto d’un presunto spiritello Maya nella foresta

Nove milioni di follower sul profilo Twitter rappresentano un asset decisivo per la macchina del consenso del 69enne presidente del Messico Andres Manuel Lopez Obrador. Almeno fino a quando i post pubblicati resistano alla tentazione di buttarla sul mistico a basso costo. 

L’elfo di Obrador

Una valanga di contestazioni è giunta infatti al post di una foto che immortalerebbe (condizionale di istituzionale deferenza per non dire un falso) addirittura una creatura leggendaria dell’epopea Maya.

“Condivido due foto che arrivano dalla nostra direzione dei lavori della ferrovia del Treno Maya: una, scattata da un ingegnere tre giorni fa, apparentemente ha immortalato un Aluxe, l’altra è di una splendida scultura preispanica a Ek Balam. È così mistico”.

Obrador insomma ha voluto scomodare persino uno spiritello mitologico, una specie di elfo lo chiameremmo alle nostre latitudini, che i Maya chiamavano Aluxe.

“E’ un gibbone o una scimmia langur”

I più avvertiti hanno subito cercato di disinnescare la trappola mitologica: quegli occhi luminosi (perché reagiscono all’istantanea fotografica) più facilmente vanno collocati nella testa di un gibbone, oppure di una scimmia langur, abituali frequentatori di quella jungla.

I detrattori più scettici non mancano di rilevare la fake-news della novità iconografica. Quella foto circola da un pezzo. Un utente (apprendiamo da Fanpage.it) precisa i termini della mistificazione.

“Una foto thailandese del 2021”

“Sì, ​​Andres, un ingegnere tre giorni fa ha scattato una foto che gira a Nuevo León da febbraio 2021 e in Thailandia da dicembre di quell’anno. Sei triste, molto triste… e il paese ancora di più… Se ci credi, sei stupido… se sai che stai mentendo, sei malizioso”.

Guai a chi disturba gli spiriti della foresta. Specie se quella foresta si ha l’intenzione di violarla. I più critici hanno inteso quel post come arma di distrazione di massa. Distrazione da cosa? Dal fatto che una ferrovia di 1500 km sventrerà l’ecosistema dello Yucatan al fine di consentire una via più comoda per sfruttare le potenzialità di attrazione turistica di una regione che attraversa cinque stati.

 

 

 

Published by
Warsamé Dini Casali