È un “cotone sporco” quello utilizzato dai colossi del tessile H&M e Zara per produrre i loro vestiti: lo denuncia l’ong britannica Earthside, secondo cui i due marchi europei sarebbero “vincolati” ad attività illegali di deforestazione su larga scala in Brasile, quali esproprio di terre, corruzione e violenza nelle piantagioni di loro proprietà.
Utilizzando immagini satellitari, decisioni giudiziarie, registri di spedizione dei prodotti e indagini sotto copertura, Earthside ha compilato un rapporto dal titolo ‘Fashion Crimes’. Ne esce un ritratto impietoso, dove il cotone certificato come etico dal più grande sistema di certificazione al mondo, Better Cotton, risulterebbe invece “contaminato” da numerosi reati ambientali.
Questo cotone viene poi esportato a diversi produttori asiatici che insieme producono annualmente circa 250 milioni di capi di abbigliamento e articoli per la casa per i negozi globali di H&M, Zara e i loro marchi gemelli. L’ong afferma di aver tracciato il viaggio di 816.000 tonnellate di cotone provenienti da due delle più grandi aziende agroindustriali del Paese sudamericano, Slc Agrícola e il gruppo Horita, situate nello Stato nordoccidentale di Bahia.
Secondo Earthside, le famiglie brasiliane proprietarie di queste fazendas hanno “una storia pesante di procedimenti giudiziari, condanne per corruzione e multe da milioni di dollari per deforestazione illegale”. Parte di queste attività illecite verrebbe svolta nella regione del Cerrado, una savana rinomata per la ricchezza della sua fauna e flora che costituisce il secondo bioma più importante del Brasile. Il Cerrado, che ospita il 5% delle specie mondiali, nel 2023 ha registrato un incremento del 43% nella distruzione della sua vegetazione.
Secondo il governo brasiliano, l’abbattimento degli alberi del Cerrado per l’agricoltura genera ogni anno una quantità di carbonio pari alle emissioni di 50 milioni di automobili. “Per secoli le comunità tradizionali hanno vissuto in armonia con la natura. Finché non sono state derubate delle loro terre ed hanno subito attacchi da parte di avide aziende agricole che servono i mercati globali del cotone”, ha puntato il dito Earthside. Better Cotton nel frattempo ha reso noto di aver “assunto un revisore indipendente per effettuare visite di verifica rafforzate” a seguito del rapporto della ong.
Mentre sia la svedese H&M che Inditex (il gruppo che possiede la spagnola Zara) hanno definito “molto preoccupanti” le denunce e garantito di prenderle “molto sul serio”. Quello della tutela ambientale è un tema caro anche all’Unione europea, che infatti ha incluso il nuovo Regolamento europeo sulla deforestazione (Eudr) nel Green Deal, un programma contro il cambiamento climatico che incoraggia il consumo di materie prime certificate e impone restrizioni sull’importazione di quelle prodotte nelle regioni disboscate.