Greta, 21 anni, Emma 91 anni: le età di una nonna e di una nipotina. Donne alla ribalta con due storie, di segno opposto, che stanno facendo il giro del mondo.
Racconti di due miti popolari: uno sale, l’altro tramonta. Storie veicolate da giornali, catene televisive, social; uno spaccato di vita che comunque fa riflettere.
NONNA SPRINT, RECORD A 91 ANNI
Emma Maria Mazzenga, padovana, ha battuto il record mondiale sui 200 metri demolendo il precedente della canadese Olga Kotelko che resisteva da 13 anni. Emma sulla pista della sua Padova è scesa sotto il minuto.
Per la precisione:54”47 centesimi. Emma è la novantenne più veloce al mondo. Le hanno chiesto: qual’e’ il suo segreto? “Il mio segreto? Non fermarsi mai.” Il record mondiale nei 200 metri piani è stato centrato domenica 14 gennaio alla bella età di 91 anni.
Un successo personale che per la donna, classe 1933, appartiene comunque già al passato: come ogni atleta che vuole migliorarsi, la vittoria più bella è sempre la prossima. A febbraio la rivedremo in pista ai campionati italiani Master ad Ancona e a marzo agli Europei in Polonia. Sui social è disponibile il filmato che ha ormai milioni di follower.
Ha detto:” Anche durante il Covid correvo di nascosto. Mi alleno tre volte alla settimana e la costanza mi ha portato al successo”. Ex insegnante di chimica, vedi a 40 anni, due figli,con la sua impresa ha dato una lezione ai giovani. Maglietta rigorosamente azzurra, occhiali, pettinatura impeccabile da signora d’altri tempi Emma ha raggiunto l’obiettivo prefissato. Ha concluso:”Peccato, perché sono reduce da un infortunio, altrimenti avrei potuto fare di meglio”. Capito?
LA PAPESSA DEL DIO GREEN GIÙ DAL PIEDISTALLO
È accaduto a Londra. Abbattuta la statua dedicata a Greta Thunberg, 21 anni,l’attivista svedese nota per le sue battaglie a favore dello sviluppo sostenibile e contro il cambiamento climatico.
Gli inglesi si sono dichiarati “stufi di Greta”. E così hanno cacciato dal piedistallo di una statua – costata 24.000 sterline, forgiata nel bronzo – la paladina del green.
Statua collocata all’interno dell’università di Winchester e ad altezza naturale, scala 1:1. L’accusa degli universitari nei confronti dell’ateneo è la più classica delle critiche mosse dagli ultra ambientalisti.
Primo paradosso: una università che celebra con una statua una ragazza diventata famosa per non essere andata a scuola per anni con la scusa delle proteste contro il cambiamento climatico. Curioso, no?
Secondo paradosso: l’ateneo britannico, stanco di un triennio di proteste, ha deciso di imboccare la strada più semplice cioè nascondere il prestigioso manufatto e non lasciarlo all’ingresso dell’istituto. Così la statua bronzea a luglio e’ sparita e giorni fa è riapparsa nell’angolino di un cortile. L’attivista nota per lo slogan “ sciopero scolastico per il clima “ e per le sue alte frequentazioni (anche Parlamento Europeo e al vertice delle Nazioni Unite) ha infilato la parabola discendente. La vita dà e la vita toglie.
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