Al sedicesimo giorno di guerra la città di Khan Yunes (a sud di Gaza) è tornata indietro nel tempo: niente più auto né benzina. A Khan Yunes, ed in tutto il sud della Striscia (dove sono sfollati centinaia di migliaia di abitanti del settore nord), le auto restano parcheggiate coi serbatoi vuoti: le stazioni di carburante non hanno più benzina da vendere. E la carenza di carburante diventa una drammatica emergenza negli ospedali dove arrivano tanti morti e feriti dopo un nuovo bombardamento israeliano.
Come riporta un reportage dell’Ansa, i corpi delle vittime sono stati raccolti nel parcheggio e, in assenza di spazio nell’obitorio, l’ospedale ha chiesto ai familiari di portare via al più presto i propri cari per dargli immediata sepoltura. Ma ormai a Khan Yunes sono pochi ad avere benzina. E il corteo funebre si è potuto mettere in moto solo quando qualcuno è riuscito a trovare un carretto trainato da un asino su cui deporre il corpo avvolto in una coperta.
“Non ci sarà “nessun cessate il fuoco” a Gaza mentre Usa e Qatar lavorano per liberare gli oltre 200 ostaggi detenuti da Hamas nell’enclave assediata: lo ha detto alla Cnn un portavoce dell’esercito israeliano, Jonathan Conricus. Il funzionario ha affermato che “non erano a conoscenza” delle richieste degli Stati Uniti per un rinvio della prevista operazione di terra di Israele a Gaza, aggiungendo che sia Israele sia gli Stati Uniti vogliono che tutti gli ostaggi vengano rilasciati “il più rapidamente possibile”. “Non si può permettere che gli sforzi umanitari abbiano un impatto sulla missione di smantellare Hamas”, ha sottolineato.