Guerra in Ucraina: sono sempre più numerosi i soldati russi che vogliono abbandonare il fronte. Sfiducia e delusione emergono dagli sfoghi dei soldati russi.
I militari sono stati intercettati e che emerge da registrazioni ottenute dall’Associated Press.
I soldati russi erano stanziati nelle regioni ucraine di Kharkiv, Luhansk e Donetsk. Le intercettazioni risalgono a gennaio 2023 ed includono discussioni sull’intensa battaglia a Bakhmut. I nomi dei soldati sono stati tenuti riservati per motivi di sicurezza.
Nelle intercettazioni, i soldati russi usano codici come “200” per le vittime, “300” per i feriti e “500” per coloro che si rifiutano di combattere. Sebbene siano diverse le posizioni dei soldati, tra chi vorrebbe la pace e chi continua a sostenere la causa russa, dagli audio emergono chiare la sofferenza, la disillusione, la stanchezza e la frustrazione dei soldati per le difficili condizioni nelle quali si ritrovano.
Tra le testimonianze, un soldato soprannominato “professore pazzo”, arruolato a settembre 2022 e che si è trovato in prima linea vicino a Bakhmut, ha parlato di attrezzature inadeguate e condizioni caotiche che hanno portato ad incidenti di fuoco amico ed ha messo in dubbio la moralità delle sue azioni, soprattutto quando sparava con i mortai.
A seguito della morte del fratello in un incidente stradale, il “professore” ha faticato a tornare a casa per il funerale e oggi rischia il carcere per diserzione. Ossessionato dall’esperienza della guerra, spera in un ritorno alla normalità.
Un altro soldato, che, nonostante comprendesse la logica della diserzione, ha scelto di restare ed eseguire gli ordini, ha espresso disillusione rispetto allo scopo della guerra e alla mancanza di una comunicazione onesta sulle condizioni del fronte.
Roman, dopo mesi in Ucraina, ha consigliato ad un amico in Russia di evitare la guerra a tutti i costi, ponendo l’attenzione sul costo psicologico del conflitto. Ha raccontato esperienze strazianti, inclusa una missione che prevedeva combattimenti ravvicinati e la costante minaccia di morte.
Andrei, mobilitato dall’estremo oriente della Russia, ha espresso frustrazione per il disprezzo per la vita dei soldati mobilitati e per l’insensatezza del conflitto. Si lamentava della sua partecipazione alla guerra e desiderava una vita pacifica a casa.
Queste dichiarazioni rivelano una realtà complessa e sono in linea con l’aumento delle azioni legali intentate contro i soldati russi che disertano e si rifiutano di combattere.
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