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Il ritorno delle armi vigliacche: in Ucraina e a Gaza riecco le mine antiuomo a terra

Ultime dalle guerre: sono tornate le armi vigliacche, rieccole: sono le “mine terrestri anti persona”, come le chiama Giuseppe Schiavello, romano, direttore nazionale della “Campagna italiana contro le mine”. Le mine, messe al bando nel dicembre 1997, sono riapparse ai confini di Libano e Giordania già a marzo. Daniel Hagari, portavoce delle Forze armate israeliane, ne ha parlato una prima volta martedì 10 ottobre confermando che l’Esercito di Tel Aviv, ben prima del blitz di Hamas, avevano minato le aree a ridosso dei varchi aperti da Hamas nella barriera attorno alla Striscia di Gaza. La stessa cosa è stata fatta nell’Ucraina invasa dai russi. Risultato: tra febbraio e luglio di quest’anno sono morte per aver calpestato una mina 298 civili ucraini tra cui 22 bambini (fonte Onu).

Mine antiuomo: convenzione ignorata

La Convenzione che proibisce la fabbricazione, l’uso e lo stoccaggio delle mine è stata sottoscritta e ratificata, cioè fatta diventare parte integrante dell’ordinamento giuridico nazionale, da 164 Paesi. Peccato che continuano a non firmare la Convenzione qualcosa come 32 Stati, tra cui potenze medio-grandi come USA, Russia, Cina, India, Pakistan e Iran. Gli stessi Paesi, più altri ancora che non aderiscono all’altro Trattato ( quello contro le munizioni a grappolo). Questo tipo di ordigni, sparati da cannoni o sganciati da aerei, cadendo a terra si aprono disseminando di submunizioni aree grandi come campi di calcio. Un disastro umanitario.

I numeri inquietanti

Sono già 70 i Paesi e i territori infestati dalle mine tra cui Afghanistan, Laos, Cambogia, Iraq, Etiopia, Kossovo. Sono 110 milioni i pezzi sparsi nel mondo di cui 26,5 milioni negli arsenali della Russia, 5 in Cina ,4 in India, 3 negli USA. Il costo minimo di una mina può arrivare a 75 dollari al pezzo, ma per toglierne una la spesa oscilla tra i 300 e i 1000 dollari. Dice il direttore della Campagna Italiana contro le mine, Schiavello:”L’Italia deve fare la propria parte per scongiurare questa sciagura, per evitare le sofferenze e le perdite umane causate da questo tipo di armi”.

È il caso di ricordare che le mine,una volta sotterrate, rimangono attive per decenni; spesso si spostano a causa delle piogge e dunque rendono inutili le mappe redatte al tempo della loro posa. Sopratutto non distinguono se chi le calpesta è un militare, un ragazzino che gioca, un contadino o una donna che va ad attingere acqua. Aggiunge Schiavello:” Ci sono, si stima, 132 milioni di mine inesplose che uccidono ancora in una sessantina di Paesi, 100.000 i morti negli ultimi 15 anni. Centinaia di migliaia le vittime mutilate in gran parte bambini”.

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