Alcune decine di manifestanti iracheni sono riusciti ad entrare nell’ambasciata svedese a Baghdad per protestare contro il rogo del Corano in Svezia. I dimostranti hanno aderito alla “manifestazione della collera”, indetta dal leader sciita iracheno Moqtada al-Sadr. Per circa un quarto d’ora sono rimasti nella rappresentanza diplomatica svedese per poi uscire con calma all’arrivo della polizia.
Durante la manifestazione davanti all’ambasciata svedese a Baghdad, sono stati distribuiti volantini con la scritta sia in inglese che arabo: “La nostra Costituzione è il Corano. Il nostro leader Al-Sadr”. I manifestanti hanno anche bruciato delle bandiere arcobaleno, simbolo della comunità LGBT+, in risposta a un appello del loro leader Moqtada Sadr che in un tweet ha definito questo “il modo migliore per provocare” coloro che sostengono o difendono il rogo del Corano. Sul cancello dell’ambasciata hanno scritto con della vernice spray “sì, sì al Corano”.
Il leader sciita iracheno Moqtada Sadr ha annunciato una “manifestazione della collera” davanti all’ambasciata svedese a Baghdad con un messaggio sul suo account Twitter in cui chiedeva anche di bruciare le bandiere dell’orgoglio omosessuale.
“Se (la libertà di espressione) è garantita e approvata dagli iracheni e nel mondo, allora i credenti, che Dio li benedica con gloria, devono esprimere la loro opinione riguardo al rogo dei libri celesti, specialmente del Sacro Corano, davanti alle moschee o alle ambasciate e durante le festività musulmane, e questo attraverso una manifestazione della collera di massa contro l’ambasciata svedese in Iraq”, è scritto nel testo.
Un’altra esortazione del leader sciita che nell’immediato periodo post-Saddam (2003) aveva guidato un movimento di resistenza armata (l’Esercito del Mahdi) contro l’occupazione americana in Iraq, è quello di “bruciare la bandiera della comunità Lgbt” dato che questo è ciò che “fa infuriare di più” l’Occidente.
Al-Sadr premette che i manifestanti dovrebbero chiedere fra l’altro di “espellere l’ambasciatore svedese che rappresenta il suo Paese ostile all’Islam e alle santità e che sostiene l’immoralità” e “ritirare la cittadinanza irachena al vile criminale iracheno che ha sfacciatamente e pubblicamente bruciato il Libro di Dio”.