Oggi 6 maggio è il giorno dell’incoronazione di Re Carlo III. Sarà il 40esimo sovrano solennemente incoronato dal 1066 sotto le volte dell’abbazia di Westminster, nella storia ultra-millenaria della monarchia britannica, dopo aver atteso da erede per 70 anni di salire al trono ed esservi asceso l’8 settembre 2022 alla scomparsa di sua madre Elisabetta II.
Ad assistere alla cerimonia, incastonata in un triduo di giornate festive e trasmessa per la prima volta in diretta tv, sono attesi milioni di sudditi e curiosi, malgrado qualche segnale di disaffezione da settori della società del Regno verso la corona in questa fase di transizione e i lampi sinistri che saettano dal mondo: con ali di folla per le strade e 2000 ospiti d’onore – fra dignitari stranieri e britannici – invitati tra le navate dell’abbazia nell’ambito di un parterre che comprende per l’Italia il presidente Sergio Mattarella.
Il tragitto del corteo reale, aperto al pubblico dietro le transenne dalle 6 del mattino, scatta alla 10.40 locali (le 11,40 in Italia) da Buckingham Palace, e risulta molto più breve di quello percorso dalla regina Elisabetta nel 1953. Per Carlo e Camilla il ‘viaggio’ d’andata è fissato a bordo di una carrozza moderna con aria condizionata e sospensioni idrauliche, non dello storico e scenografico (ma scomodo) Golden Coach, riservato solo per il viaggio di ritorno.
I sovrani attraverseranno il vialone imbandierato del Mall, poi costeggeranno Trafalgar Square, la cittadella governativa di Whitehall e Parliament Square (di fronte al parlamento di Westminster) per raggiungere infine l’ingresso della Gran Porta Occidentale dell’abbazia. Con l’accesso al santuario dinanzi all’erede al trono William e alla moglie Kate (Catherine), e il primogenito di questi, George, in prima fila fra i piccoli paggi reali.
La liturgia inizierà alla 11 locali, officiata secondo il rito della Chiesa nazionale anglicana, sebbene per la prima volta con elementi di coinvolgimento di rappresentanti di altre confessioni cristiane e poi di altre fedi praticate nel Regno Unito. A presiederla l’arcivescovo primate di Canterbury, Justin Welby, al suono di musiche scelte direttamente dal sovrano fra cui l’inno dell’incoronazione, appena composto per l’occasione da sir Andrew Lloyd Webber, e canti della tradizione ortodossa in onore del defunto principe Filippo, padre del re. Il primo momento cerimoniale di spicco sarà quello del Riconoscimento, ossia della tradizionale introduzione ai sudditi un tempo demandata agli araldi della figura del nuovo monarca, con annesso richiamo alla formula del “God Save the King” riecheggiata dai sudditi presenti. Atto seguito dalla presentazione a Sua Maestà delle insegne regali di casa Windsor: il globo d’oro e i due scettri (sormontati da una croce e da una colomba, a simboleggiare rispettivamente le radici del suo potere temporale e le sue prerogative spirituali). Mentre altri due scettri saranno presentati a Camilla in veste di neo regina.
Carlo III avrà intanto preso posto sul trono medievale di Sant’Edoardo il Confessore, collocato sulla Pietra del Destino (oggetto storico conteso per secoli dalla Scozia e ora trasferito a Londra solo in prestito dal castello di Edimburgo) e al centro del Pavimento Cosmati, mosaico duecentesco realizzato a Westminster da marmisti romani dell’omonima famiglia. E qui presterà giuramento – dopo un’inedita premessa in chiave moderna di Welby introdotta nel cerimoniale a sottolineare il rispetto del nuovo monarca verso tutte le fedi dei suoi sudditi – come custode delle leggi del Regno e della Chiesa d’Inghilterra; oltre che, personalmente, come “fedele protestante”.
A seguire è previsto l’antico rito dell’unzione con l’olio santo del capo del sovrano, monarca e capo nominale della Chiesa anglicana. Olio che l’arcivescovo Welby verserà dalla tradizionale Ampulla, un’ampolla d’oro del ‘600, su un antico cucchiaio rituale, pure forgiato in oro, risalente orientativamente al 1100.
Poi sarà il momento dell’investitura, l’atto che rappresenta l’incoronazione vera e propria, con la deposizione sulle spalle del re di un ricco mantello ornamentale, la Supertunica, e quindi sulla sua testa della Corona di Sant’Edoardo: gioiello d’oro del peso di due chili tempestato di rubini, topazi, ametiste ed altre pietre preziose rimodellato in effetti nel 1661, per l’ascesa al trono di Carlo II; e indossato da allora solo da altri 5 sovrani (ultima Elisabetta) prima di Carlo III.
E’ il momento conclusivo della proclamazione, segnato in passato dal rito della genuflessione e sottomissione dei presenti al monarca entrante. Rito che questa volta sarà tuttavia snellito ed eseguito soltanto dal delfino William, principe di Galles. Seguirà l’invito dell’arcivescovo di Canterbury a giurare lealtà al re secondo una formula ad hoc: atto demandato in passato ai Pari del Regno dell’aristocrazia, ma ora esteso a tutto il popolo che vorrà liberamente aderirvi da casa o per strada nell’ambito di quello che è stato chiamato il ‘Coro dei milioni’.
Concluso il cerimoniale dedicato al sovrano regnante, spetterà alla consorte essere a sua volta proclamata formalmente regina con un percorso più rapido di unzione, incoronazione e intronizzazione, al lato di Carlo. Camilla indosserà la corona realizzata a inizio ‘900 per la regina Maria, moglie di Giorgio V, privata tuttavia di alcuni diamanti d’epoca coloniale rivendicati oggi dall’India.
La liturgia prevede pure il suggello sacramentale dell’eucarestia, prima della conclusione del rito religioso orchestrato, accanto a Welby, da altri ecclesiastici: incluse per la prima volta vescovi-donne.
L’uscita dall’abbazia segna l’inizio del corteo dell’incoronazione, con Carlo e Camilla che saluteranno la folla dalla vecchia Carrozza d’Oro di Stato, costruita nel 1762 e usata per tutte le incoronazioni britanniche dal 1831 in avanti. I reali saranno seguiti nel festoso percorso di ritorno a palazzo da una seconda carrozza con a bordo i principi di Galles, William e Catherine, e i loro figli George, Charlotte e Louis. Ad affiancarne l’incedere, 4000 militari di reparti d’onore in alte uniformi. Prima di lasciare la chiesa, Carlo dismetterà la corona di Sant’Edoardo e ne indosserà un’altra, non meno scintillante ma più moderna e più leggera, datata 1937: l’Imperial State Crown, esibita abitualmente nella cerimonia annuale d’inaugurazione del Parlamento.
La giornata di sabato culmina, dopo una pausa, nell’uscita nel primo pomeriggio sulla balconata di Buckingham Palace di re Carlo e della regina Camilla, con la famiglia dei principi di Galles e altri membri senior della dinastia, per il tradizionale saluto alla folla. Fra salve di cannone, schieramenti in parata di unità dell’Esercito o della Royal Navy e sorvoli di aerei della Raf destinati a sfociare nel passaggio della pattuglia acrobatica delle Red Arrows. Domenica sarà poi la volta delle “feste di popolo” organizzate per celebrare l’evento; e in serata del concerto di gala in onore dei reali con Andrea Bocelli e tanti altri nel parco del Castello di Windsor. Mentre lunedì la giornata finale dei festeggiamenti verrà dedicata soprattutto a iniziative focalizzate sulle attività sociali e caritative di organizzazioni patrocinate dai reali sull’isola o nei Paesi del Commonwealth.
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