Senza velo niente istruzione. Il ministero dell’Istruzione dell’Iran ha annunciato che non saranno forniti servizi di istruzione alle studentesse che “non si attengono al codice di abbigliamento delle scuole”. Tradotto: studentesse senza velo. Lo rende noto il portale di dissidenti iraniani ”Iran International”. In quelle pagine si fa sapere che, anche il ministero della Sanità, è d’accordo. Il ministro ha dichiarato in un comunicato che le università legate al ministero non forniranno servizi alle studentesse che non utilizzano il velo. L’obbigo di indossarlo è anche in pubblico per le donne dalla fondazione della Repubblica islamica nel 1979.
Negli scorsi mesi, molte studentesse hanno protestato contro l’hijab obbligatorio. Lo hanno fatto durante manifestazioni anti governative che sono iniziate a fine settembre in varie città del Paese. Alcune studentesse hanno partecipato senza il velo alle dimostrazioni, iniziate dopo la morte di Mahsa Amini, la 22enne di origine curda che ha perso la vita il 16 settembre a Teheran dopo essere stata mesa in custodia dalla polizia morale perché non portava l’hijab in modo corretto.
Andando a esaminare il documento, emanato dal ministero dell’Istruzione, composto da 16 punti, afferma che l’obbligo dell’hijab, nelle intenzioni del governo, sarebbe finalizzato a creare una crescita spirituale sana e sicura per le studentesse. Numerosi individui e gruppi, che considerano questi nuovi precetti come una violazione della libertà personale e un tentativo di reprimere il movimento delle donne, non si sono dati per vinti e continuano con le proteste.
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