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Mettetela in un pacco e mandatela al comandante…Sezione Isis dei russi decapita e spedisce

Ci sono le voci, gira il video. E c’è anche la speranza, sì la speranza, che siano contraffatte, artificiali, costruite, non vere. La speranza di essere di fronte ad un montaggio e non a un documento. Perché, fosse autentico il video e reali le voci, allora attesterebbero dell’esistenza e dell’operatività di una sorta di Sezione Isis tra i russi, una specie di corpo speciale tra le truppe che per la Russia combattono in Ucraina.

Dice una voce nel video: mettetela in un pacco e speditela al comandante. Quella da inscatolare, impacchettare e spedire è la testa di un soldato ucraino decapitato di fresco. Da Mosca hanno detto che faranno indagini approfondite per vedere se è successo davvero. Da Kiev dicono di essere inorriditi ma non sorpresi dato che è così che i russi combattono: letteralmente senza limiti e con ogni mezzo.

Decapitare, terrorizzare

La decapitazione del nemico fatto prigioniero non è solo crudeltà. Infliggere morte in maniera crudele non è solo ferocia. E’ rappresentazione. Per nulla simbolica. La mutilazione, l’annichilimento del corpo, lo smembramento e la testa staccata dal corpo da una lama che sgozza e decapita sono messaggio e presagio. Indicano al nemico cosa li aspetta se cadono prigionieri. La rappresentazione serve a confortare se stessi, manda in scena l’annullamento del nemico, nemico cui la macellazione conferisce lo status di sub umano. E serve a terrorizzare il nemico, a comunicargli che non solo non incontrerà pietà ma pagherà con il massimo del dolore e dello sfregio il suo aver combattuto dalla parte che non solo verrà sconfitta ma appunto macellata. La più recente adozione e messa in campo di questa rappresentazione di guerra è quella praticata dall’Isis che decapitava i suoi nemici, prigionieri e ostaggi e forniva video della macellazione ad indicare quale fine fanno gli infedeli e gli impuri.

Può essere possibile che qualcosa del genere, anzi lo stesso macellare il nemico sia praticato da qualcuno che combatte per i russi? La Wagner, l’esercito regolare russo, le milizie delle auto proclamatesi repubbliche separatiste dall’Ucraina? La speranza è quella di un montaggio, di un falso. L’eccezione non basterebbe, anche fosse accaduto una sola volta sarebbe atto e volontà di sterminio e non di guerra. Ma la speranza ha un suo avversario: la consapevolezza che quando dichiari la nazione nemica non degna di esistere, una truffa della Storia la sua identità e confini, allora accade che i suoi soldati siano nella tua testa non soldati nemici ma impurità umana da macellare. Possibilmente in pubblico. Mettendo la testa del decapitato in una scatola da spedire al capo perché se ne compiaccia e la decapitazione in un video da spedire al mondo perché…impari.

Mino Fuccillo

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