Prima dipinta come un’assassina, condannata per aver tolto la vita ai suoi quattro figli. Ora, invece, come una vittima, perché stando agli scienziati in realtà quel crimine atroce non l’ha mai commesso.
È questa la storia di Kathleen Folbigg, finora conosciuta come “la peggior serial killer donna australiana”, il cui destino però sembrerebbe poter essere riscritto.
Nel 2003 la donna, che ha sempre professato la sua innocenza, era stata condannata a 25 anni di carcere con l’accusa di aver ucciso i suoi bambini, di età compresa tra 19 giorni e 19 mesi, morti improvvisamente tra il 1989 e il 1999.
Stando all’accusa dei pubblici ministeri, Folbigg li avrebbe soffocati, ma oggi alcune nuove evidenze scientifiche dimostrano il contrario.
Un team di immunologi ha infatti scoperto che le due figlie della donna condividevano una mutazione genetica – chiamata CALM2 G114R – che può causare la morte cardiaca improvvisa.
I due figli maschi, invece, possedevano una mutazione genetica diversa, legata all’epilessia improvvisa nei topi. Come riportato dalla Bbc, secondo la professoressa Carola Vinuesa, che ha guidato il team di ricerca dell’Australian National University, una sequenza genetica insolita era immediatamente evidente nel Dna della signora Folbigg, prima ancora che i campioni dei bambini fossero testati.
Casi simili, comunque, sono rarissimi. Stando a Vinuesa, ce ne sarebbero 134 in tutto il mondo. Kathleen Folbigg è stata rilasciata questa mattina. Ora potrebbe citare in giudizio il governo, chiedendo milioni di dollari di risarcimento.
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