Home > Notizia per Notizia > embeds > La fidanzata non accetta i suoi figli, lui li butta dal balcone del grattacielo: giustiziati

La fidanzata non accetta i suoi figli, lui li butta dal balcone del grattacielo: giustiziati

La fidanzata non accetta il fatto che il suo compagno abbia dei figli. Lui decide di sbarazzarsene gettandoli giù dal grattacielo. Questo brutale orrore accadde in Cina a fine 2020: ora padre e fidanzata sono stati giustiziati. 

La fidanzata non accetta i suoi figli, lui li butta dal balcone

Sui social media cinesi erano circolate le foto dei due piccoli uccisi: bimba di due anni e del fratellino di uno. I due apparivano sorridenti e innocenti. Ora la vicenda è stata formalmente chiusa con  l’esecuzione di Zhang Bo e Ye Chengchen, la giovane coppia giudicata colpevole di omicidio premeditato. I due sono stati condannati a morte per aver gettato i due piccoli dal quindicesimo piano di un grattacielo residenziale della megalopoli Chongqing.

Il caso drammatico di cronaca, a novembre 2020 creò molta indignazione in tutta la Cina.

In base alla ricostruzione, accolta in toto dalla sentenza della Corte popolare intermedia n.5 della città con oltre 30 milioni di abitanti, i due erano stati ritenuti i responsabili della caduta mortale. Zhang, il padre dei bimbi, aveva iniziato una relazione con Ye, all’oscuro inizialmente che il partner fosse sposato con prole.

I figli erano un ostacolo al loro matrimonio

E i figli erano stati ritenuti un ostacolo al loro matrimonio e alla loro nuova vita da spendere insieme. Per questo decisero di inscenare la caduta “accidentale” dei piccoli. Per farlo avevano portato a compimento un crimine in cui i loro ruoli e la loro influenza erano stati valutati come “equivalenti”. Con l’aggravante della pianificazione del duplice omicidio durata 9 mesi.

Pertanto, la corte aveva ritenuto che il movente fosse “spregevole e i mezzi di esecuzione brutali” da richiedere una punizione esemplare. La pena di morte, emessa a dicembre 2021, è stata confermata in appello due anni dopo “come appropriata” dalla Corte popolare superiore di Chongqing. E, infine, validata in ultima istanza dalla Corte Suprema del popolo di Pechino con il via libera “di legittimità e congruità della pena” per poter procedere all’esecuzione.

Dalle indagini era emerso, inoltre, l’esistenza di un accordo di divorzio raggiunto a febbraio 2020 tra Zhang e la moglie, citata solo con il cognome Chen. La bimba sarebbe stata con la mamma, mentre il bimbo con il padre fino al compimento dei 6 anni, dopodiché la custodia sarebbe stata trasferita all’ex moglie. Nonostante i termini pattuiti, Ye aveva premuto sul partner ritenendo i bambini “un onere per la loro futura vita insieme”.

Da qui la pianificazione del folle gesto e la sua esecuzione approfittando dell’assenza della mamma, fino alla “recitata disperazione di Zhang”, in lacrime e in pigiama accanto ai due corpicini privi di vita. La madre dei bambini ha postato oggi sui social che il tribunale l’aveva informata dell’avvenuta esecuzione, assicurando che “avrebbe confortato i suoi figli in paradiso”.

 

Gestione cookie