È tutto vero: la figlia del leader di Hamas ha partorito in Israele. Una storia di vita a dir poco splendida. Una di quelle favole moderne che sono più di un raggio di sole. E come tutte le favole ha una sua morale, un suo insegnamento, un principio etico. Di più: la favola di Tel Aviv è uno squarcio di umanità, di solidarietà umana, di benignità che sopravvive agli orrori della guerra e offre una speranza di ravvedimento collettivo, di riconoscimento degli errori compiuti da entrambe le parti. Chissà.
La “pietas” è una virtù antica. Un patrimonio dell’umanità. Un nobile sentimento che si traduce nel prendersi cura degli altri, anche quelli delle classi sociali più deboli in una società così diseguale.
La pietas era un perno dei rapporti tra gli uomini nella civiltà romana. C’è ancora. I fatti: una delle figlie di Ismail Haniyeh, il leader politico di Hamas è stata ricoverata e ha partorito al centro medico Soroka a Be’er Sheva in Israele. Secondo quanto si è appreso la donna ha dato alla luce un bimbo nato prematuro e le cure mediche ricevute hanno permesso di salvare sia lei che il piccolo.
Un alto funzionario del Soroka ha precisato che la donna fa parte di una famiglia beduina della zona ed era in possesso di una regolare carta d’identità. Già negli anni scorsi un’altra figlia di Haniyeh è stata ricoverata d’urgenza e curata all’ospedale Ichilov di Tel Aviv.
Dall’ospedale Soroka ammettono che “è una situazione molto delicata ma l’equipe medica sa che è suo dovere prendersi cura del piccolo e della madre e sta trattando il caso in modo professionale”. Alcuni osservatori israeliani ne hanno approfittato per sottolineare che si tratta di “una vicenda che riassume tutta la differenza tra l’umanità israeliana e la crudeltà di Hamas”.
Il leader politico di Hamas è lontano dal conflitto ma segue a distanza tutti gli avvenimenti. Ha ricevuto la notizia di essere diventato nonno in un prestigioso hotel di Doha, in Qatar, in cui vive dal 2019 senza correre rischi. Sposato, 62 anni, padre di 13 figli, ha 2 fratelli e 8 sorelle tre delle quali sono sposate con beduini israeliani; donne che hanno cittadinanza israeliana e vivono tranquillamente a Be’Er Sheva.
Il parto della figlia del leader di Hamas, in un conflitto in cui la propaganda recita un ruolo può avere un seguito imprevedibile. Come ad esempio aumentare la pressione interna nei confronti di un leader che opera lontano dai suoi miliziani. Lui in Qatar a fare la bella vita, loro usati come carne da cannone. Qualcosa sta cambiando.
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