Mattarella se ne accorge: le guerre ci riguardano, Papa Francesco, inutile appello, concreto timore di una escalation e di conseguenze economiche per la paralisi del Mar Rosso.Mattarella se ne accorge: le guerre ci riguardano, Papa Francesco, inutile appello, concreto timore di una escalation e di conseguenze economiche per la paralisi del Mar Rosso. Mattarella se ne accorge: le guerre ci riguardano, Papa Francesco, inutile appello, concreto timore di una escalation e di conseguenze economiche per la paralisi del Mar Rosso.Mattarella se ne accorge: le guerre ci riguardano, Papa Francesco, inutile appello, concreto timore di una escalation e di conseguenze economiche per la paralisi del Mar Rosso.

Mattarella se ne accorge: le guerre ci riguardano, Papa Francesco, inutile appello, concreto timore di escalation

Monito di Mattarella:”Le guerre ci riguardano “. Il presidente della Repubblica è intervenuto alla cerimonia di inaugurazione di “Pesaro, capitale della cultura 2024”.

Mattarella ha voluto subito porre un accento sui conflitti che interessano da vicino i confini europei. Monito che vale sia per per la guerra scatenata da Putin in Ucraina sia per quanto sta accadendo tra Israele e Palestina, dopo il massacro compiuto da Hamas il 7 ottobre.

Monito ripreso da Papa Francesco all’Angelus di domenica 21 gennaio: la stessa dolorosa preoccupazione,  la stessa trepidazione. Una apprensione percepita nei suoi aspetti drammatici; perché l’uomo sembra “ostinatamente proteso a distruggere quel che ha costruito, a vilipendere la propria stessa dignità”.

Ricorda gli inutili sforzi di Benedetto XV alla vigilia della prima guerra mondiale.

EPOCA CONTRADDISTINTA DA “ODI”
Epoca di odio cieco, bestiale,feroce, accanito, mortale; dilaga un sentimento di profonda ostilità. Un odio legato a molti fattori come la rabbia, la frustrazione ed altre emozioni negative, straripanti. Mattarella e il Pontefice è da tempo che toccano l’argomento, che invocano la pace, che mettono in guardia da una possibile e sciagurata escalation, non solo militare.

Ma questa volta il loro appello, seppur con toni e sfumature diverse (ma compatibili nella sostanza), è parso più allarmato del solito. E gli ultimi episodi – in testa l’assalto di sabato 20 alla Fiera di Vicenza contro gli espositori di Tel Aviv – giustificano la generale inquietudine.

LA RISCHIOSA PARALISI DEL MAR ROSSO
La crisi nel Mar Rosso sta già incidendo notevolmente sulla operatività dei porti italiani e sta mettendo a rischio i 13-14 miliardi di entrate fiscali sotto forma di Iva e accise garantite dal commercio marittimo.

Esempio: a Genova il mese scorso sono arrivate in porto 4 navi portacontainer in meno. Trieste e Venezia sono già in difficoltà . A fine gennaio Luigi Merlo, presidente di Federlogistica-Conftrasporto, presenterà il conto. Già è possibile conoscere la posizione degli armatori che dicono che “ non basta solo scortare le navi, ma occorre ristabilire la sicurezza nell’area”. La fase è delicata e complessa. A febbraio poi c’è il Capodanno Cinese: due settimane durante le quali si bloccherà gran parte dell’attività in Asia. Altro aspetto che complica il fronte delle consegne.

CRESCE L’ONDA ANTISEMITA
Lo sostiene Emanuele Fiano, ex deputato del Pd e fondatore di “Sinistra per Israele”. Riconosce che dal 7 ottobre il clima è diventato brutto e dice:” Quello che è accaduto a Vicenza, cioè non volere un padiglione di Israele in una fiera, è il segno che si sta andando oltre. Personalmente sono sempre stato contro i boicottaggi “.

La reazione di Israele a Gaza dopo il Pogrom di Hamas ha mobilitato per la causa palestinese molte anime della sinistra con una partecipazione mai vista per altri recenti conflitti. E Fiano conclude:” Non ho ben capito la segretaria Schlein che ha sottolineato l’importanza di non inviare armi a Israele per il rischio che siano usate per crimini di guerra. Mi auguro che il mio partito continui ad avere la posizione equilibrata che ha avuto dalle prime ore quando Schlein, per prima, ha condannato il massacro di Hamas”.

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