Me Too, cinque anni dopo lo scandalo mondiale. Domanda: cosa resta del Movimento femminista contro le moleste sessuali e la violenza sulle donne, diffuso in modo virale a partire dall’ottobre 2017?
Restano macerie. Continuano ricatti e avance al lavoro, vittima una donna su due, ma quasi nessuna denuncia. L’indagine CISL ha portato a galla un problema diffuso nonostante le campagne di sensibilizzazione. Certo, c’è una consapevolezza maggiore, però prevale la paura di perdere il posto.
Le donne dunque continuano a subire abusi che restano nell’ombra. Recenti sondaggi informano che il 44% ha dichiarato di aver subito molestie o di esserne stata testimone. Nel corso della vita lavorativa il 50% del campione in esame ha affermato che nei luoghi di lavoro” manca una sufficiente consapevolezza in merito a questo tema”.
Il movimento prende il nome dall’hashtag del 2017 dopo le accuse al produttore cinematografico Harvey Weinstein da numerose attrici di Hollywood. Le donne “ che hanno rotto il silenzio” consegnando l’hashtag hanno lanciato un messaggio condiviso da milioni di utenti di sesso femminile ed è passato a denotare in senso più ampio le molestie sessuali consumate sui luoghi di lavoro e di socializzazione. Estendendosi a campi professionali e sociali diversi dal settore cinematografico, quali l’ambito sportivo e i contesti pedagogici e religiosi.
Il movimento ha registrato da subito tanto clamore al punto da essere scelto del 2017 come “Persona dell’anno” dal periodico Time. Il movimento “seppure integrando al suo interno voci variegate e talora dissonanti, ha contribuito a rianimare in tutto il mondo il dibattito sulla questione di genere, dando voce a uno storico disagio femminile su temi nodali quali gli squilibri di potere e le diseguaglianze retributive “. ( Copyright Treccani).
Gli psicologi sono tutti d’accordo e registrano la necessità di cure di psichiatria. Le pazienti avvertono malattie psicosomatiche, depressione e ansia. Dunque il problema è la prevenzione, occorre intervenire quando la situazione non è ancora compromessa.
Ma nei contratti collettivi dei vari settori, ad esempio, non è ancora prevista una sanzione disciplinare per chi si rende responsabile di molestie o di mobbing. In altre parole, in Italia il Me Too “non è mai iniziato “ come hanno detto recentemente alcune attrici molestate. Cioè in Italia non è mai esploso a livello mediatico.
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