Navi italiane nel Mar Rosso. Bruxelles ha dato il suo asssenso politico ad “Aspides”, la missione navale europea.
È chiamata a garantire uno scudo difensivo alle rotte commerciali nel tratto di mare tra la costa nord-orientale dell’Africa e la penisola arabica.
Il piano di intervento a guida Roma-Parigi-Berlino ha avuto il via libera al termine del Consiglio Esteri UE. La missione partirà a febbraio. Ha detto il ministro Antonio Tajani:” Sarà una missione militare, una missione difensiva in grado di garantire la sicurezza del traffico marittimo nel Mar Rosso. La proposta ha ricevuto molti appoggi da parte di tanti Stati membri.
Ora ci sono i comitati tecnici che dovranno studiare tutti gli aspetti, comprese le regole di ingaggio. Ma la via è tracciata”. Detto ciò si impongono alcune riflessioni.
1) LA MISSIONE RESTA UN ANNUNCIO – A due mesi dall’inizio degli attacchi Houthi che hanno azzerato i traffici commerciali europei i 27 membri UE si sono svegliati, ma non fino in fondo. Mancano all’appello Paesi come Belgio, Olanda, Danimarca, Portogallo, Grecia e Norvegia. Se ne parlerà il 30 o 31 gennaio a Bruxelles alla riunione dei ministri della Difesa della Ue. L’obiettivo è essere pronti per il via libera al Consiglio Esteri del 19 febbraio con la disponibilità di 4-5 navi.
2) SOLO 3 NAVI – A tutt’oggi si parla di non più di 3 unità navali messe a disposizione dalla triplice Italo-franco-tedesco. Alle 3 navi potrebbe aggiungersi qualche aereo da ricognizione o dei droni forniti dal nostro Paese.
Dunque l’Italia si ritroverebbe così a fare la parte del leone. La nostra Marina è già sul posto con la fregata Martinengo inserita nella operazione anti pirateria. Ma l’attivismo del nostro Paese basterà a colmare le lacune di uno scudo che riguarda oltre 2.000 km. di mare?
3) PD E M5S FAVOREVOLI CON RISERVA – Opposizioni in fibrillazione. Pd e M5S sono si’ favorevoli alla missione ma sollecitano un passaggio parlamentare pur se non servirà un voto ad autorizzare la missione.
Comunque hanno già chiesto: ”Il ministro Crosetto riferisca immediatamente in Parlamento sulle regole d’ingaggio, le modalità e il perimetro dell’impegno italiano nella missione in Mar Rosso”.
È il caso di ricordare che l’Italia dovrebbe essere presente con almeno una nave – una fregata missilistica del tipo Fremm – ma l’impegno salirebbe a due fregate nel caso l’Italia avesse la guida operativa della missione. In tal caso le nostre navi nell’area sarebbero ben 3. Un impegno notevole.