Nella Piramide di Cheope una camera segreta, scoperta con lo scanner: a cosa serviva? misteri dell’antico Egitto

In Egitto è stata scoperta una nuova camera segreta nascosta all’interno della Grande Piramide (Cheope o Khufun), una delle Grandi Piramidi di Giza, appena fuori dal Cairo, che risale a circa 4.500 anni fa.

Le autorità egiziane hanno confermato la scoperta sul lato settentrionale di una camera sigillata che misura 9 metri di lunghezza e 2 metri di larghezza ed è posizionata sopra l’ingresso principale della piramide.

Il ritrovamento è stato possibile grazie al programma internazionale Scan Pyramids che utilizza scansioni per esaminare sezioni inesplorate dell’antica struttura.

Considerata una delle sette meraviglie del mondo antico, la Piramide di Khufu è la più antica tra le tre piramidi che compongono il complesso delle Grandi Piramidi di Giza e quella che meno ha subito l’usura del tempo. La Piramide prende il nome dal suo costruttore, un faraone della Quarta Dinastia che regnò dal 2509 al 2483 a.C.

La camera o corridoio non è accessibile dall’esterno e gli archeologi non ne conoscono la funzione. Già nel 2017 ne era stata scoperta un’altra sigillata di 30 metri sempre all’interno della Piramide di Khufu.

La scoperta è stata annunciata nel corso di una conferenza stampa tenutasi all’esterno della Piramide dall’archeologo egiziano Zahi Hawass e dal ministro del Turismo del Paese Ahmed Eissa alla presenza di numerosi giornalisti stranieri e del gruppo di scienziati impegnati nelle ricerche in quell’area dal 2015.

Christian Grosse, professore di controlli non distruttivi presso l’Università Tecnica di Monaco e personalità di spicco del progetto, ha spiegato come la camera sia stata scoperta attraverso l’utilizzo di diverse tecniche di scansione, tra cui misurazioni a ultrasuoni e radar a penetrazione del terreno.

Il professore si è detto fiducioso che proprio con l’utilizzo di queste tecnologie avanzate si possa arrivare ad ulteriori scoperte all’interno della grande piramide.
Ma ora la domanda che tutto il gruppo di scienziati si pone, ha detto Groose, è cosa possa trovarsi dietro le due grandi pietre calcaree della camera finale e cosa possa esserci sotto la camera stessa.

L’euforia tra le autorità egiziane e la comunità scientifica è molta, anche se sovente alcune scoperte, anche minori, vengono enfatizzate nella speranza di attirare un numero maggiore di turisti. Il turismo, infatti, costituisce un’importante fonte di valuta estera per questo Paese con problemi di liquidità e la necessità di rivitalizzare questo settore che ha subito una importante flessione negli ultimi anni. Flessione dovuta all’instabilità politica e alle violenze che hanno fatto seguito alla rivolta popolare del 2011 che decretò la fine del regime trentennale di Hosni Mubarak, alle successive instabilità politiche e, da ultimo, alla pandemia di coronavirus.

 

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Maria Vittoria Prest