Non un inesorabile cancro alla prostata come si disse, ma una micidiale tossina somministrata furtivamente, sarebbe stata la causa della morte del poeta Pablo Neruda, Premio Nobel per la Letteratura, quasi 50 anni fa. Una tragedia avvenuta dopo appena 12 giorni dal golpe del generale Augusto Pinochet che mise fine in Cile all’esperienza democratica del presidente Salvador Allende.
Alcuni indizi raccolti negli anni scorsi hanno aperto lo spazio per il dubbio e richiesto un approfondimento della questione. Ed ora un nuovo gruppo di esperti, il terzo convocato dal 2013, cercherà di stabilire senza ombra di dubbio la causa del decesso di Neruda il 23 settembre 1973. Cinque anni fa, il secondo gruppo di studiosi aveva stabilito che Ricardo Neftalì Reyes (il vero nome di Neruda) non era morto per il cancro alla prostata che lo affliggeva, e per il quale aveva lasciato l’ambasciata in Francia con l’obiettivo di ritirarsi a Isla Negra per finire di scrivere le sue memorie ‘Confesso che ho vissuto’.
Gli esperti infatti avevano scoperto una tossina in un molare denominata Clostridium botulinum, considerato come il microrganismo responsabile del botulismo, evidenziando la necessità di ulteriori analisi e approfondimenti. Il giudice cileno per le cause sui Diritti umani, Paola Piazza, ha ricordato di recente che laboratori specializzati sono stati incaricati studi di genomica batterica per scoprire se si trattasse di un batterio cresciuto in laboratorio. Il nuovo team di esperti, ha concluso il magistrato, “dovrà partire dai risultati di questi studi per chiarire le implicazioni relative alla scoperta del Costridium botulinum nei resti del poeta”.
La salma dell’autore di ‘Venti poesie d’amore’ è stata riesumata l’8 aprile 2013 dalla sua tomba sulla spiaggia di Isla Negra, dove riposa accanto a Matilde Urrutia, sua ultima moglie. Cinquanta anni fa la versione ufficiale della morte fu quella di un cancro alla prostata, sebbene le sue condizioni fisiche non avessero evidenziato un deterioramento tale da portare ad un decesso imminente. Per questo si è consolidato il sospetto che Neruda potesse essere stato assassinato dal regime del generale Augusto Pinochet.
Inoltre, 10 anni fa, quando per la prima volta si valutò tale ipotesi, emerse la figura di Michael Townley, ex agente della Cia noto in Italia per i suoi legami con gruppi neofascisti che, nelle vesti di un enigmatico ‘Dr, Price’, si avvicinò a Neruda in ospedale. Ma il primo gruppo di esperti di quell’epoca escluse l’avvelenamento, per cui questa pista venne temporaneamente abbandonata. Ora il coordinatore nazionale dei Diritti umani della Corte suprema cilena, Mario Carrozza, ha sottolineato che “stiamo per porre fine a un’indagine che ci sembra sia stata trascendentale, dato che in questo caso c’è la prova che può permettere al gruppo di esperti di determinare se una sostanza può essere stata determinante nella morte di Neruda”.
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