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Parigi in fiamme, il poliziotto: “Non volevo uccidere”. L’avvocato: “Colpa dell’auto, choccato da Macron”

“Sono devastato, chiedo perdono alla famiglia, non volevo uccidere”. Il poliziotto che martedì scorso ha sparato con l’arma di servizio uccidendo il giovane Nahel a Nanterre parla dal carcere attraverso il suo avvocato, Laurent-Franck Lienard, a diversi media francesi.

Parigi in fiamme, il poliziotto: “Non volevo uccidere”

“E’ devastato – afferma Lienard a Europe 1 -. Immaginate lo tsunami nella testa di un poliziotto che si sveglia la mattina per far rispettare la legge, commette un atto drammatico che ritiene di aver dovuto fare e si ritrova in prigione per averlo fatto. E tutto questo con i mezzi dello Stato e nel rispetto della legge. Per lui è un po’ schizofrenico”.

Lienard – noto come ‘l’avvocato dei poliziotti’ per aver difeso in passato altri agenti coinvolti in casi simili – annuncia il ricorso contro la carcerazione preventiva del suo assistito con l’accusa di omicidio volontario.

“Detenzione provvisoria deve restare eccezione”

“La detenzione provvisoria deve restare l’eccezione, ci sono altri modi per proteggere l’ordine pubblico”, sostiene il legale, dicendosi convinto che l’arresto del poliziotto sia stato motivato dalla necessità di calmare gli animi.

“E’ detestabile che per spegnere il fuoco nelle banlieue e nelle città si metta in carcere un agente”. Del resto, secondo l’avvocato, il poliziotto in quell’occasione, con un minorenne senza patente alla guida di un’auto, “non avrebbe potuto agire diversamente”.

“Nella situazione in cui era e come funzionario di polizia – spiega – aveva l’obbligo di far cessare il pericolo stradale che rischiava in ogni momento di uccidere un innocente. Non aveva altro modo di farlo che utilizzare l’arma di servizio”.

“Non voleva uccidere, è stato spinto dall’auto”

L’agente “ha tentato di usarla in modo non letale, ma è stato spinto dalla macchina” in movimento che “ha sollevato la canna ed è partito uno sparo letale. Ma mai – assicura Lienard – avrebbe voluto uccidere quel ragazzo”.

Il legale si dice infine “scioccato” dalle parole pronunciate nell’immediato dal presidente Macron. “Capisco la pressione sociale, è legittimo che voglia spegnere l’incendio, ma il presidente deve rispettare la giustizia e la presunzione di innocenza”. Il video della morte di Nahel “ha scioccato tutti, ma bisogna rispettare la legge. E la legge – sentenzia l’avvocato – è dalla parte del mio cliente”.

Warsamé Dini Casali

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