Per la Gioconda di Leonardo da Vinci non basta il vetro blindato, due ecologiste hanno lo sporcano con la minestra

Per la Gioconda di Leonardo da Vinci non basta la protezione di un vetro blindato. Due militanti ecologiste hanno sparso il vetro con della minestra.

Per il dipinto più famoso del mondo, difeso dal 2005 dietro un vetro protettivo blindato, questo atto vandalico non è il primo. Nel maggio 2022 è stato bersaglio di una torta alla crema. Domenica 28 gennaio, due donne attiviste ambientaliste hanno gettato della zuppa sul vetro blindato che protegge “La Gioconda” al Louvre, giustificando la loro azione con il desiderio di promuovere in particolare “il diritto a un’alimentazione sana e sostenibile”.

Il Louvre ha attivato un’unità di crisi: la stanza dove si trova “La Gioconda” è stata immediatamente sgomberata, procedendo alla pulizia.

L’azione è stata rivendicata dal gruppo  Riposte Alimentaire (risposta alimentare) su X ex Twitrer con tanto di foto

“2 cittadine coinvolte nella nuova campagna Food Response hanno cosparso di zuppa il famoso dipinto “Mona Lisa”, esposto al Museo del Louvre.

“Attraverso la loro azione non violenta, Sasha (24 anni) e Marie-Juliette (63 anni) chiedono l’istituzione di una previdenza sociale alimentare sostenibile”.

Da diversi mesi, una serie di operazioni militanti hanno preso di mira opere conservate in diversi musei di tutto il mondo. Nell’ottobre del 2022, due giovani donne che indossavano magliette “Just Stop Oil” hanno proiettato il contenuto di due lattine di zuppa di pomodoro sul capolavoro di Van Gogh “Girasoli” alla National Gallery di Londra, prima di premersi contro il muro gridando: “ Cosa vale di più, l’arte o la vita?” » Anche questo dipinto era protetto da vetro.

Il collettivo chiamato  Riposte Alimentaire si presenta come “una campagna di resistenza civile francese che mira a realizzare un cambiamento radicale nella società a livello climatico e sociale”. Il lancio della zuppa sulla “Gioconda” viene presentato come “il calcio d’inizio di una campagna di resistenza civile, che porta con sé una richiesta chiara, vantaggiosa per tutti: la sicurezza sociale per un’alimentazione sostenibile”.

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Marco Benedetto