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Primo gruppo di migranti in viaggio verso i centri allestiti in Albania

E’ diretta verso l’Albania la nave Libra della Marina Militare per portare il primo gruppo di migranti nei centri allestiti in Albania per sottoporli alle procedure accelerate di frontiera. Sulle persone da trasferire, soccorse in mare, è stato fatto un primo screening a bordo per verificare che abbiano i requisiti previsti: provenienza a Paesi sicuri, maschi, non vulnerabili. E’ il ministero dell’Interno a curare l’iniziativa. La scorsa settimana sono diventati operativi i centri di Schengjin e Gjiader che dovranno accogliere i migranti trasferiti.

Pd: “Soldi Albania poteva essere impiegati per la sanità”

“Il governo di Giorgia Meloni alza le tasse e sperpera quasi un miliardo di euro dei contribuenti per i centri migranti in Albania, in spregio ai diritti fondamentali delle persone e alla recente sentenza europea sui rimpatri che fa scricchiolare l’intero impianto dell’accordo con l’Albania. Potevamo usare quelle risorse per accorciare le liste di attesa o per assumere medici e infermieri. Adesso abbiano la decenza di non chiederci più dove tiriamo fuori i soldi per la sanità, è gravissimo aver scelto di depotenziare il servizio sanitario nazionale nonostante ogni anno più di quattro milioni e mezzo di persone in Italia non riescano a curarsi”. Lo dichiara la segretaria del Pd Elly Schlein. Sulla stessa linea anche il presidente dei senatori del Pd Francesco Boccia.

Il centro migranti italiano in Albania
Primo gruppo di migranti in viaggio verso i centri allestiti in Albania (foto Ansa) – Blitz Quotidiano

L’apertura era stata annunciata da Piantedosi

“La settimana prossima si parte con i centri in Albania”. A dirlo, la settimana scorsa, era stato il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi. Il primo centro di accoglienza ad aprire è quello di Gjader, un ex sito dell’Aeronautica militare albanese abbandonato da molti anni e completamente ricostruito. Qui verranno portati, in questa prima fase, circa 400 persone. “Non ci saranno tagli di nastri – aveva detto il responsabile del Viminale – ma mi recherò in futuro anche per effettuare una ricognizione, per vedere come stanno andando le cose”.

Il responsabile del Viminale aveva ribadito che le strutture che sorgono in Albania sono analoghe a quelle presenti sul territorio nazionale come a Porto Empedocle o Modica. “Sono di contenimento leggero, non sono dei Cpr. Non c’è filo spinato, c’è assistenza. Tutti possono fare richiesta di protezione internazionale”. Al porto di Schengjin è stato allestito un hotspot per l’identificazione dei migranti soccorsi in mare esclusivamente da navi italiane. Dopo la rilevazione delle generalità le persone saranno trasferite a Gjader che si trova una ventina di km all’interno. Qui sono state approntate tre strutture: un centro per il trattenimento di richiedenti asilo (880 posti), un Cpr (144 posti) ed un penitenziario (20 posti).

L’affidamento degli appalti per la realizzazione

La struttura è chiusa da una recinzione alta 5 metri con al centro i prefabbricati dove alloggeranno i migranti mentre in un secondo blocco saranno sistemati quelli a cui la domanda viene respinta, destinati a essere rimpatriati. Sull’iter utilizzato per l’affidamento degli appalti c’è chi pone interrogativi. In base a quanto sostiene il quotidiano Il Domani ci sono stati affidamenti diretti per circa sessanta milioni di euro: decine di opere che sarebbero state assegnate senza gara a partire da fine marzo fino a settembre. Si tratta di “denaro che è stato gestito principalmente – scrive il quotidiano – dal ministero della Difesa tramite l’articolazione SegreDifesa, in particolare dalla divisione Direzione dei Lavori e del Demanio”. In totale sono stati spesi per i moduli prefabbricati 25 milioni di euro affidati senza gara a quattro aziende diverse.

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