Parto da lontano ma faccio presto. Agosto 1991: Eltsin sceglie come primo ministro uno sconosciuto dirigente dei servizi segreti, Vladimir Putin; addirittura lo indicò come suo successore alla Presidenza della Repubblica. Grazie al suo piglio giovanile ed efficientistico, e soprattutto alla spietata energia con cui affrontò la ribellione cecena, il nuovo premier guadagnò una notevole popolarità. Eltsin, malato da tempo, si dimise alla fine dell’anno e nelle elezioni presidenziali del marzo 2000, Putin si impose con largo margine. La sua presidenza si sarebbe caratterizzata per il tentativo di restituire efficienza alla macchina dello Stato e di ridare slancio alla economia che, pur frenata da problemi ormai cronici (corruzione diffusa, incertezza delle norme, disordine del sistema bancario), cominciò a manifestare segni evidenti di stabilizzazione finanziaria e di ripresa produttiva grazie anche all’aumento delle materie prime di cui la Russia era esportatrice (soprattutto gas e petrolio). E questo i russi non l’hanno dimenticato (insieme a tanto altro). E veniamo ad oggi.
La strage di ieri al Crocus City Hall – un commando in mimetica ha scatenato il finimondo (spari e bombe nel teatro, strage firmata Isis) – ha fatto ricordare l’attacco ceceno al teatro Dubrovka, nel centro di Mosca. Era il 23-26 ottobre 2002. Un fatto clamoroso: 850 ostaggi, 4 giorni di paura, irruzione della polizia, 130 morti civili, i 41 guerriglieri del commando uccisi. Putin era al Cremlino da tre anni, cominciava la sua Era e non tutto filava liscio. Anzi. I giudizi su di lui erano parecchio discordanti. Uomo d’ordine, stava accumulando dispetti. Ma la vicenda del Dubrovka, la spietatezza con cui è stata conclusa, ha capovolto i giudizi sull’aspirante zar. Da quel giorno la sua ascesa è stata irresistibile. Tanto che oggi siamo al Putin V.
Anche se Vladimir Putin ancora oggi nega di avere impartito ordini per l’irruzione (con gas attraverso i condotti di aerazione), e attribuisce tutti i meriti al comandante delle forze speciali antiterrorismo, è indubbio che quella notte di 22 anni fa, è iniziato in Russia il sistema assoluto di Putin. Gli attentati in Russia sono continuati per 20 anni con decine di morti, l’ultimo rilevante è del 2017: attentato alla metropolitana di San Pietroburgo. Ora tutto il mondo teme la vendetta del Cremlino. Medvedev ha già annunciato reazioni: ”Troveremo e cattureremo i terroristi. E se Kiev è coinvolta uccideremo i suoi leader”. Ma è il caso di ricordare che Kiev, da subito, si è chiamata fuori.
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