Scattano in tutta Italia i controlli negli aeroporti e la disinfezione degli aerei per prevenire il rischio di diffusione dell’infezione Dengue. Una precauzione dopo l’allarmante aumento dei casi in vari Paesi come Brasile e Argentina. Intanto l’Oms avverte che i contagi sono in forte crescita anche a livello globale e gli infettivologi invitano i viaggiatori a controllarsi se dovessero presentare sintomi particolari. Il livello di vigilanza è stato innalzato all’aeroporto di Fiumicino e di Malpensa rispetto agli aerei provenienti e alle merci importate dai Paesi in cui è “frequente e continuo il rischio di contrarre la malattia Dengue”. Tra le misure previste il monitoraggio attento “sulla disinfettazione degli aerei” e la valutazione di eventuali ordinanze per interventi straordinari di sorveglianza, sanificazione e disinfestazione.
Dengue, qualche numero
Allo scalo romano sono presenti, da diversi mesi, dei totem del ministero della Salute, in italiano ed in inglese, che riportano consigli ai viaggiatori internazionali sulle malattie trasmesse dalle zanzare. Allerta alta, dunque, a fronte di numeri in crescita: l’epidemia di febbre Dengue non accenna infatti a frenare. Dopo un 2023 da record, con oltre 5 milioni di casi, nel solo mese di gennaio sono già stati superati i 600 mila contagi nel mondo. Già nei mesi scorsi l’Oms aveva messo in guardia dall’escalation della febbre Dengue: in un ventennio si è registrato un aumento di dieci volte dei contagi, passati dai 500 mila del 2000 agli oltre 5 milioni del 2019. Secondo l’Oms, nel 2023 sono stati più di 5 mila i morti. Oltre l’80% si è verificato nel Sud America, con il Brasile che, da solo, ha contato circa 3 milioni di contagi.
Al di fuori del Sud America, aumenti importanti sono stati registrati in Bangladesh (300 mila casi), Burkina Faso (150 mila) e Vietnam (170 mila). L’epidemia non ha risparmiato neanche l’Europa, dove sono stati registrati casi sporadici in Itala (82), Francia (43), Spagna (3). Il 2024 sembra confermare il trend dell’anno scorso. Sebbene i dati siano ancora parziali, secondo i report dagli uffici regionali dell’Oms, nel primo mese dell’anno sono stati già superati i 600 mila casi nel mondo. La gran parte dei contagi (550 mila) continua a essere registrata nelle Americhe.