La Francia ci ha dato una dimostrazione di massa di sinistra…insostenibile. Neanche di fronte alla siccità, neanche di fronte alla evidente e macroscopica utilità/necessità di raccogliere e conservare acque piovane…Più forte è stato ed è il comandamento: se lo fa lo Stato, se a scavare è il Potere, allora è Male. Con corredo di suggestioni ideologicamente premasticate e predigerite in una sorta di adorazione della dea natura che richiederebbe agli umani il rispetto di un principio sacro: l’intoccabilità.
Quindi se scavi vuol dire ferisci Natura-Madre Terra. E ovviamente lo fai per intrinseca malignità. E per losco profitto. Vuoi raccogliere l’acqua piovana, dici. In realtà vuoi trasformare la zolla ferita in profitto e denaro. E all’acqua contro la siccità ci deve pensare Natura-Madre Terra, sostituirsi ad essa è sacrilega ingordigia. Su questa base, con queste motivazioni mistico-politiche migliaia si sono mobilitato e raccolti a far la guerra all’invaso. La guerra non solo a parole.
Violenti scontri nella zona del futuro scavo, migliaia di combattenti per la rivolta anti scavo, durissimo scontro con la polizia. In lotta contro lo scavo per l’invaso con la determinazione e la fede che potrebbe animare i fedeli di una religione di fronte alla piantumazione di un terreno sacro secondo loro liturgia. Custodi dell’immobilità, guardiani dell’incontaminato da mani del Sistema, guerrieri dell’anti Stato. Chi in lotta dura e pure violenta contro lo scavo per l’invaso dell’acqua anti siccità? I contadini di una qualche Vandea sociale francese, i gilet gialli di una qualche corporazione di pastori-allevatori? No, tutt’altro: a far truppa d’assalto contro l’invaso anti siccità il più e il meglio della sinistra politica e della sinistra ecologista. La Francia che non si sottomette, così ama chiamare se stessa, e la Francia dello sostenibilità ambientale, di cui dicono di detenere l’esclusiva, convergono in un luddismo rabbioso: appena vedono una scavatrice mettono mano alla molotov. Se questa, se anche questa è sinistra…
Neanche un invaso per raccogliere le acque piovane, più forte è il richiamo della foresta. Quale foresta, quale richiamo? Non quello del sol dell’avvenire, del socialismo, della, delle rivoluzioni, delle utopie, delle società cui cambiare i connotati, degli uomini nuovi da edificare e neanche quello più modesto ma non per questo meno impervio, di una redistribuzione più egualitaria della ricchezza prodotta. La foresta di cui sentono l’irresistibile richiamo i “non sottomessi” e i super verdi è quella dell’ansia, dell’angoscia, del panico di perdere. Perdere il diritto acquisito ad una vita fatta solo di diritti da affermare, vita da dedicare senza disturbo alcuno alla realizzazione di se stessi, qualunque sia il se stesso da realizzare.
Panico da cambio: la parola d’ordine non a caso è difendere, difendere, difendere. Un moto di conservazione con conati di panico. Questa è oggi nei fatti quella che si definisce sinistra antagonista e anti sistema. In Francia e dalla Francia la prima dimostrazione di massa di come anche opere di estrema sostenibilità sociale quali un invaso per l’acqua piovana producano l’effetto di movimenti invasati contro tutto ciò che non sia il fermi tutti. La sinistra che doveva cambiare il mondo e l’umanità duramente in lotta, lotta dura e senza paura contro i conducenti del mondo che non vogliono fermarlo in un eterno auto grill. Tav o invaso fa lo stesso effetto: la sinistra invasata di antagonismo.
Ricordate? A voler e umor di popolo l’acqua è stata dichiarata bene naturale. Giusto, giustissimo. Acqua potabile dovrebbe essere a disposizione di ogni comunità umana, è essenziale alla vita e non se dovrebbe poter disporre come di una risorsa, un bene in sé privatizzabile nella proprietà. Ma l’acqua bene naturale è stata malamente tradotta e opportunisticamente propagandata come gratuita, inesauribile, automatica. E invece l’acqua non arriva da sola nelle condutture e nei rubinetti. Trasporto e distribuzione dell’acqua sono lavoro e impresa che vanno remunerati, pagati (detto per inciso, le tariffe italiane sono tra le più basse d’Europa).
E le risorse idriche sono tutt’altro che inesauribili: l’acqua, tra l’altro, va raccolta, stoccata, conservata. E la siccità non è il contro altare momentaneo di un momentaneo acquazzone, sta diventando una condizione climatica. E qui si staglia il paradosso tragico dell’ideologia di sostegno alla pratica della sinistra antagonista, antagonista spesso alla realtà: acqua gratis per tutti per diritto naturale ma a raccoglierla in un invaso si fa peccato massimo di capitalismo sfregiante terra e paesaggio. L’acqua gratis e sempre e tanta per tutti per infusione…divina? Per osmosi magica tra terra e condutture? Se fosse acqua questa sinistra avrebbe nel berla metallico sapore, come di residuo…storicamente e culturalmente reazionari.
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