Robert Card, un ex militare Usa con problemi psichici, apre il fuoco con un fucile stile AR-15 in tre diverse aree di Lewiston, la seconda maggiore città del Maine negli Stati Uniti, e fa una strage. Il bilancio provvisorio è di almeno 22 morti e 50-60 feriti ma, avvertono fonti vicine alla polizia, potrebbe aggravarsi nelle prossime ore.
L’aggressore, 40 anni, è un ex militare istruttore d’armi. E’ ancora in fuga e la polizia, con l’aiuto dell’Fbi, è impegnata in una caccia all’uomo senza sosta.
Ai residenti è stato ordinato di restare in casa e chiudersi dentro perché l’aggressore è “armato e pericoloso”. L’allarme è scattato intorno alle sette di sera. Da allora decine di agenti perlustrano quella che fino a poco tempo tempo era considerata una tranquilla cittadina del Maine di 40.000 abitanti. “Per favore restate in casa. Se vedete attività o individui sospetti chiamate il 911″, è il messaggio subito diffuso dalla polizia, che ha pubblicato anche una foto dell’aggressore armato e un’immagine della sua auto, una Subaru Outback bianca, augurandosi che qualcuno lo riconosca e faciliti la cattura. Card resta ancora affiliato all’esercito nei riservisti e di recente avrebbe avuto dei problemi mentali, per i quali sarebbe stato ricoverato due settimane in estate prima di essere dimesso. Ai medici diceva di “sentire delle voci”.
Ultimamente, secondo indiscrezioni, avrebbe perso il suo lavoro. L’aggressore ha aperto il fuoco – secondo quanto riportato dai media locali – in tre diverse aree: in un bar-ristorante, Schemengees, in un centro di distribuzione Walmart e nella sala da bowling Just-In-Time dove, secondo indiscrezioni, era in corso una festa per bambini. Un’informazione che, se confermata, renderebbe ancora più grave la sparatoria. Mentre la caccia all’uomo procede, Lewiston fa sapere che le scuole saranno chiuse per precauzione nella giornata di giovedì.
La governatrice del Maine Janet Mills segue da vicino gli sviluppi della situazione ed esorta i cittadini a seguire le indicazioni della forze dell’ordine.
Il presidente Joe Biden, nel corso della cena di Stato per il premier dell’Australia Antony Albanese, è stato informato della strage e, in un colloquio con la governatrice, ha offerto tutto il sostegno federale necessario alla luce di un attacco “terribile”. L’accaduto è è destinato a riaccendere il dibattito sulle armi negli Stati Uniti.
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