Domenica a Tel Aviv sono stati ricordati i 100 giorni dalla mattanza del 7 ottobre quando Hamas ha attaccato all’alba un rave party nel deserto del sud di Israele e in vari villaggi procurando complessivamente 1.200 morti. Il ricordo è stato in due atti: un tunnel per ricordare i rapiti e lo sciopero generale.
Un tunnel, 30 metri di orrore
A Tel Aviv sabato notte è stato presentato un tunnel per tentare di comprendere “ solo in parte “, cio’ che da 100 giorni provano a Gaza gli oltre 130 ostaggi ancora nelle mani di Hamas. La copia del luogo di cattività dei rapiti è stata riprodotta a Tel Aviv dalle famiglie degli ostaggi in quella piazza che è diventata il simbolo della battaglia. Il tunnel è una delle tante iniziative che il Forum ha indetto in tutto Israele per l’anniversario dei 100 giorni. Ma altre manifestazioni sono state organizzate a Londra, a New York e a Parigi. Ha aperto la marcia francese un videomessaggio del presidente fMacron in cui chiede l’immediato rilascio dei rapiti.
Lo sciopero di 100 minuti in Israele
Alle 12.27 più di 150 importanti aziende israeliane hanno cominciato uno sciopero di 100 minuti in solidarietà con gli ostaggi trattenuti a Gaza. Ha detto Arnon Ben David capo del sindacato israeliano:” In questo momento centinaia di aziende private e pubbliche si fermano per ricordare. Siamo in sciopero oggi per lavorare insieme per ricostruire la terra di Israele. Ricostruiremo tutto ciò che hanno provato a distruggere e lo faremo meglio.”
Egitto e Cina chiedono il cessate il fuoco
La diplomazia ha alzato il tiro nella domenica celebrativa. Egitto e Cina hanno chiesto il cessate il fuoco a Gaza. Il ministro degli Esteri cinese Wang Yi è andato in visita ufficiale in Egitto. Primo Paese di un tour africano ben programmato. Il ministro cinese e il suo omologo egiziano hanno ribadito “di essere favorevoli ad uno Stato di Palestina indipendente e sovrano.”
La resistenza del presidente iraniano
Ibrahim Raisi , il presidente iraniano, come riporta l’agenzia di stampa Irna ha dichiarato che coloro che cercano di normalizzare le relazioni con il “regime sionista” dovrebbero sapere che cio’ non crea sicurezza ne’ per i Paesi della regione ne’ per Israele. Ha aggiunto che l’Iran ha reso la questione palestinese “ la più importante del mondo islamico” e ha elogiato l’Iran per aver guidato la lotta contro Israele. Ha poi aggiunto:” La resistenza dell’Iran ha dato i suoi frutti. I palestinesi, di loro iniziativa, hanno trasformato la guerra con le pietre in una guerra con missili e droni”.
L’appello del parroco cattolico di Gaza
A cento giorni dallo scoppio della guerra nella Striscia di Gaza ha rotto il silenzio padre Gabriel Romanelli, il parroco cattolico di Gaza. Il sacerdote, di origini argentine ( in Medio Oriente da 28 anni) ha lanciato un appello per il cessate il fuoco, per la fine della guerra:” Vogliamo la pace per Israele, per la Palestina, la liberazione degli ostaggi e chiediamo che siano curati i feriti. Chiediamo che siano assicurate dignitose condizioni di vita ai civili coinvolti nella guerra. Se non ci sarà tutto questo, sarà un danno enorme per israeliani e palestinesi “. Il parroco si è comunque dimostrato pessimista perché “ non vediamo il benché minimo segnale che indichi la fine o uno stop anche solo temporaneo della violenza”. La Pace è purtroppo lontana.