Sale ad almeno 5.016 il bilancio dei morti del devastante terremoto in Turchia e Siria: salgono a 3.419 le persone che hanno perso la vita nel sisma che ha colpito il sud est del Paese mentre l’ultimo bilancio siriano è di 1598, secondo le ong.
In Turchia, i feriti sono 20.534. Oltre 8000 persone sono state salvate. Ma ci sono state nella notte 312 scosse di assestamento e l’attività sismica nella zona resta alta.
Dopo 28 ore dal sisma, una donna e i suoi tre figli sono stati estratti dalle macerie di un edificio crollato nel distretto Nizip di Gaziantep, nel Sud della Turchia. Le scosse di terremoto di ieri notte hanno colpito 10 province, con epicentro nella città meridionale di Kahramanmaras.
Un grande incendio sta divampando da ieri notte nel porto di Iskenderun (Alessandretta), località costiera del sud est della Turchia, e vicina al confine con la Siria,.
Purtroppo, anche nel momento in cui tutto il mondo sta rispondendo alle richieste di aiuto con l’offerta di solidarietà e mezzi, si deve assistere a una disparità di trattamento nei confronti della già martoriata Siria.
Suonava penosa per lui e imbarazzante per noi occidentali, l’accusa formulata da un siriano italiano stamattina a Prima pagina (su Radio Tre oggi condotto da Gad Lerner), costretto a riferire di una vera e propria “discriminazione” per il suo popolo completamente abbandonato.
Colpa di uno Stato che che in effetti non c’è (non ambasciate, legazioni internazionali etc…). E di un meccanismo diplomatico inceppato, spiegano dalla Ue. Peraltro nella zona interessata dal sisma sono ammassate 4 milioni di persone di cui la metà risiede in campi profughi.
“I soccorsi europei inviati attraverso il meccanismo di Protezione Civile Ue, per lavorare in uno Stato colpito da una calamità, hanno bisogno “non solo dell’autorizzazione ma anche del sostegno delle autorità locali. Per questo lavoriamo su richiesta di uno Stato”.
Lo ha detto il portavoce della Commissione Ue, Eric Mamer, rispondendo nel corso del briefing con la stampa ad una domanda sul mancato invio di aiuti in Siria dopo il devastante terremoto che ha colpito il nord del Paese arabo e la Turchia.
Ha provocato uno spostamento del suolo fino a 10 metri, la nuova faglia che si è attivata ieri al confine fra Turchia e Siria. Lo ha detto all’ANSA il sismologo Alessandro Amato, dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv).
“E’ avvenuto un movimento di tipo trascorrente”, ossia il suolo è slittato orizzontalmente lungo i due lembi della faglia, “con un orientamento verso sinistra, in direzione dell’Egeo”, ha detto ancora Amato. “Su alcune parti della faglia è stato calcolato uno spostamento della faglia fino a 10 metri”.