Donald Trump è stato incriminato per la terza volta. Dopo le accuse per il pagamento alla pornostar Stormy Daniels e le carte segrete a Mar-a-Lago, l’ex presidente Usa è stato incriminato da un gran giurì federale per l’assalto al Congresso del 6 gennaio. Lo riporta Abc citando alcune fonti. Il grand giurì che sta indagando sull’assalto al Congresso del 6 gennaio ha consegnato al giudice un’incriminazione.
Donald Trump è stato incriminato per l’assalto al Congresso americano del 6 gennaio e per il tentativo di capovolgere il risultato delle elezioni Usa del 2020. Fra le accuse mosse nei suoi confronti del procuratore speciale Jack Smith c’è anche quella di aver “cospirato contro il diritto di voto” in base a una legge penale usata per punire il Ku Klux Klan. Smith fa riferimento alla sezione 241 del Titolo 18 della legge americana che rende reato “cospirare per minacciare o intimidire chi esercita” un diritto protetto della Costituzione o dalla legge federale.
Donald Trump se condannato in seguito all’incriminazione per l’assalto a Capitol Hill del 6 gennaio rischia un massimo di 55 anni di reclusione. Le tre incriminazioni contro l’ex presidente americano, così come le eventuali condanne, non lo escludono dal correre per la Casa Bianca. Per il tycoon l’incriminazione sul caso del 6 gennaio è la terza in quattro mesi, per un totale di 78 capi di accusa.
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