L’episodio del Boeing di Singapore Airlines ha riacceso l’attenzione sul fenomeno delle turbolenze ad alta quota, in particolare quelle improvvise e inaspettate. Secondo la CNN, ogni anno negli Stati Uniti circa 65.000 voli subiscono turbolenze moderate, mentre quelle più gravi sono circa 5.500, con numeri che potrebbero aumentare in futuro. Il professor Paul Williams, esperto di scienze atmosferiche all’Università di Reading nel Regno Unito, ha iniziato a studiare il fenomeno delle turbolenze nel 2013, arrivando alla conclusione che il cambiamento climatico e il riscaldamento globale influenzeranno la loro intensità. Egli prevede che l’incidenza delle turbolenze più gravi potrebbe raddoppiare o triplicare nei prossimi decenni.
Le turbolenze improvvise, note come “clear air turbulence” (CAT), sono particolarmente insidiose poiché non sono associate a segnali visivi come tempeste o nuvole, e possono colpire senza preavviso. Secondo il National Transportation Safety Board americano, tra il 2009 e il 2018, circa il 28% degli incidenti legati alle turbolenze ha colpito l’equipaggio senza alcun avviso. Williams prevede che le turbolenze inattese aumenteranno significativamente tra il 2050 e il 2080, specialmente lungo le rotte aeree più trafficate. Inoltre, la durata media delle turbolenze su un volo transatlantico potrebbe aumentare dagli attuali 10 minuti fino a 20-30 minuti. Questo porterà i passeggeri a vedere il segnale della cintura di sicurezza accendersi più spesso. Tuttavia, Williams rassicura che volare non diventerà meno sicuro, poiché gli aerei sono progettati per resistere a condizioni molto severe.