Turbolenze in quota. Paura per nei cieli. Un fenomeno in aumento a causa del cambiamento climatico; così il clima impazzito può condizionare i voli. Gli ultimi dati dimostrano che “i fenomeni meteo estremi“ crescono in modo inquietante anche perché le conseguenze che creano producono forti disagi agli utenti come i ritardi e il mancato rispetto degli orari dei voli. Un recente studio ha documentato che l’incidenza di tali fenomeni è aumentata del 17% negli ultimi decenni, tra il 1979 e il 2020. Il sito specializzato “Turbli.com” (monitora le perturbazioni meteorologiche sui collegamenti aerei in tutto il mondo) – 150 mila tratte aeree analizzate e classificate – ha certificato un netto incremento nell’ultimo biennio ma le turbolenze “gravi“ sono state solo il 4% dei casi.
Dopo il dramma sul volo Londra-Singapore, martedì scorso, quando una fortissima turbolenza ha provocato la morte di un passeggero e il ferimento di decine di altre persone a bordo, domenica 26 maggio si è verificato un altro caso sulla tratta Doha-Dublino, per fortuna con conseguenze meno gravi. L’aereo è atterrato regolarmente (12 feriti).
Benché il fenomeno sia ancora minimo a livello statistico, le turbolenze sono le più frequenti. E se è vero che mai hanno causato danneggiamenti gravi e fatto precipitare un aereo, è altrettanto vero che procurano attimi di panico. Tali turbolenze atmosferiche possono essere prevedibili se associate a condizioni temporalesche, perché il radar meteorologico a bordo permette di vedere cosa c’è di fronte. La turbolenza in aria è però imprevedibile e il pilota può restare sorpreso, anche se oggi tutti i piloti sono addestrati per ogni evenienza. La raccomandazione che l’aviazione civile rimarca è quella relativa ai comportamenti di bordo. Che fare allora? Anzitutto tenere le cinture allacciate anche se il segnale è spento. Restare seduti e allacciati è un’ottima scelta, così come limitare i movimenti a bordo.
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