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Ucciso da una donna a Hollywood, omicidio o maschicidio? non si conoscevano, lui era paladino dei neri nel cinema

Ucciso da una donna, si dice omicidio: non si conoscevano, le gli ha sparato così, perché era un uomo. L’odio per i maschi porta a tanto?

Michael Latt, consulente di marketing e sostenitore della giustizia sociale noto a Hollywood, è stato ucciso da una donna che, entrata in casa sua, gli ha sparato alla testa.

Le autorità, riferisce il Los Angele Times, ritengono che la sparatoria sia stata un atto di violenza puramente casuale.

La polizia è stata contattata intorno alle 18.00 per una sparatoria nella residenza di Latt nell’isolato 900 di Alandele Avenue. Gli agenti sono arrivati e hanno trovato Michael Latt con una ferita d’arma da fuoco alla testa. È stato trasportato in ospedale, dove è morto ucciso per le ferite riportate.

Da un’indagine preliminare è emerso che Latt, 33 anni, è stato colpito da una donna che era entrata in casa sua senza il suo permesso. La sospettata, identificata dalla polizia come Jameelah Elena Michl, 36 anni, è stata arrestata sulla scena del crimine per sospetto omicidio. 

Michl, che lo ha ucciso, è stata descritta dalle forze dell’ordine come una persona che viveva nel suo veicolo, che era parcheggiato nelle vicinanze e rimosso come prova dalla polizia. Latt non conosceva la sua assassina.

Latt era l’amministratore delegato di Lead With Love, una società di consulenza di marketing per l’intrattenimento che ha fondato nel 2019 con l’obiettivo di valorizzare i giovani artisti di colore e altre voci sottorappresentate a Hollywood. È figlio del produttore cinematografico David Latt e di Michelle Satter, direttrice senior del Sundance Institute. Suo fratello, Franklin Latt, è un agente della CAA.

La Satter ha condiviso la notizia della morte di Latt su X: “Il nostro amato figlio Michael Latt è stato vittima di un tragico atto di violenza questa settimana”, ha scritto. “Michael ha dedicato la sua carriera a sostenere gli artisti, a sostenere le organizzazioni che si occupano di artisti di colore e a far leva sullo storytelling per un cambiamento duraturo. Celebriamo la sua eredità, il suo amore e la sua compassione”.

Quando mercoledì si è diffusa la notizia della morte di Latt, centinaia di colleghi, amici e collaboratori hanno manifestato le loro condoglianze.

“Una perdita devastante – Michael era un faro luminoso di gentilezza disinteressata e coerenza”, ha scritto l’attore Jesse Williams sull’ultimo post di Latt su Instagram.

Il Sundance Institute, dove Latt ha lavorato prima e durante la sua permanenza a Lead With Love, ha rilasciato una dichiarazione a nome della famiglia Latt in lutto per la sua morte.

“Ha dedicato la sua carriera al servizio degli altri, utilizzando la narrazione, l’arte e vari mezzi per creare un cambiamento duraturo e stimolare le comunità con speranza, amore e ispirazione”, si legge nel comunicato. “Michael non sarà mai dimenticato e la sua eredità e il suo lavoro continueranno attraverso la sua famiglia, i suoi amici e i suoi colleghi”.

Dopo essersi laureato alla Chapman University nel 2013 in relazioni pubbliche e pubblicità, Latt ha lavorato per diversi anni nel marketing dell’intrattenimento. Il suo lavoro per Blackout for Human Rights, un collettivo per la giustizia sociale, lo ha portato a riorientare il suo lavoro verso l’attivismo per la giustizia sociale.

“Nel momento in cui ho capito che potevo usare le mie competenze per il bene sociale, ho deciso di dedicare il resto della mia carriera ad aiutare gli altri, a valorizzare i talenti di colore e a combattere le ingiustizie ovunque esse siano”, ha dichiarato a Forbes.

In qualità di responsabile di Lead With Love, Latt ha supervisionato campagne di marketing con la partecipazione di celebrità come il musicista Common e il regista Ryan Coogler. Nel 2020, l’organizzazione ha condotto una campagna di sensibilizzazione al voto in vista delle elezioni di novembre. Più recentemente, l’organizzazione ha condotto una campagna intitolata “Honoring Black Women” per promuovere il film del 2022 “Till”, che racconta la storia di Emmett Till, il quattordicenne nero linciato nel 1955, e di sua madre, Mamie.

“È stato l’alleato perfetto – ha usato ogni strumento a sua disposizione per elevare le voci e il lavoro dei talenti neri”, ha scritto su X la scrittrice Akilah Hughes, un’amica di Latt.

 

Marco Benedetto

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