In risposta all’offensiva lanciata da Kiev dentro al territorio russo, offensiva che avviene con i droni e che ha trovato la Russia piuttosto impreparata, le forze armate russe hanno colpito la notte scorsa quelle ucraine nel tratto di confine della regione di Kursk. Nel farlo hanno usato una bomba termobarica: a renderlo noto è il ministero della Difesa russo. “L’equipaggio di un cacciabombardiere supersonico multifunzionale Su-34 delle Forze Aerospaziali ha effettuato un attacco notturno contro un gruppo di uomini ed equipaggiamenti militari ucraini in una zona di confine della regione di Kursk”, si legge in un comunicato. “Nell’attacco è stata utilizzata una bomba esplosiva aria-combustibile Odab-500 (da 500kg, ndr), con un modulo universale di planata e correzione”, conclude la nota. Successivamente, il dicastero ha informato che ha colpito con un missile a testata termobarica il sito di dispiegamento di mercenari stranieri nella periferia meridionale di Sudzha, nella regione di Kursk.
Le armi termobariche sono composte quasi al 100% da combustibile esplosivo, che risucchia l’ossigeno e sono notevolmente più potenti – e la loro esplosione dura più a lungo – degli esplosivi convenzionali dello stesso peso. Il ministero delle Emergenze russo ha inoltre dichiarato che oltre 76mila persone sono state evacuate dalle zone di confine nella regione di Kursk, dove sono in corso combattimenti tra le forze di Mosca e quelle ucraine.
A Kursk c’è una centrale nucleare. E come accaduto nei mesi scorsi con Zaporizhzhia, l’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea) parla di nuovo di “rischio nucleare”. L’Agenzia, in un comunicato chiede di esercitare la “massima moderazione” nelle attività militari vicino alla centrale nucleare di Kursk, affinché se ne possa garantire l’integrità fisica. L’appello è alle parti “affinché esercitino la massima moderazione per evitare un incidente nucleare con il potenziale di gravi conseguenze radiologiche”.
Emerge intanto un altro dato fornito dall’Onu. Il mese di luglio ha registrato in Ucraina il maggior numero di vittime civili dall’ottobre del 2022, con un totale di 219 morti: lo riferisce la Missione di monitoraggio dei diritti umani delle Nazioni Unite nel Paese (Hrmmu). Allo stesso tempo, l’Alto Commissariato dell’Onu per i diritti umani – citato da Save the Children – riporta che a luglio sono stati uccisi o sono rimasti feriti in Ucraina almeno 71 bambini, un bilancio che porta il totale a 2.184 bambini coinvolti dall’inizio della guerra (633 morti e 1.551 feriti). Il mese scorso, secondo la Hrmmu, sono rimasti feriti in Ucraina 1.018 civili. Il bilancio dei morti e dei feriti nel mese di luglio è il più alto dall’ottobre 2022, quando nel Paese persero la vita 317 civili a causa della guerra e altri 795 rimasero feriti.
Quanto ai bambini, l’Alto Commissariato dell’Onu per i diritti umani ha reso noto che il bilancio di 71 bambini uccisi o feriti a luglio, ha reso questo mese più letale dal settembre 2022. La maggior parte di loro (95%) è stata uccisa da armi di tipo esplosivo. Nei primi sette mesi di quest’anno, ha aggiunto, c’é stato un aumento del 40%, con 341 bambini uccisi o feriti rispetto ai 243 uccisi o feriti nello stesso periodo del 2023. “Sono passati 900 giorni dall’inizio dell’escalation della guerra in Ucraina e quotidianamente abbiamo visto un bambino ucciso o ferito. Alla fine del 2023, gli innumerevoli attacchi aerei e i bombardamenti sembravano aver allentato la presa sui bambini e si è registrata una diminuzione delle vittime tra i minori, seppur per un breve periodo”, ha commentato Stephane Moissaing, vicedirettore nazionale di Save the Children in Ucraina. “Quest’anno, la violenza è ripresa con maggiore intensità e missili, droni e bombe hanno ucciso bambini giorno dopo giorno. Dobbiamo fare tutto il possibile per proteggere i bambini, le loro case e le loro scuole dalla devastazione di questa guerra”, ha aggiunto.