Nel mondo è emergenza acqua potabile in casa. Secondo un rapporto dell’Unicef e dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, più di due miliardi di persone non hanno acqua da bere gestita in modo sicuro nelle loro abitazioni. Circa lo stesso numero non può lavarsi le mani.
“Acqua, bagni e impianti per lavare le mani non sicuri a casa privano le bambine del loro potenziale, compromettono il loro benessere e perpetuano i cicli di povertà. Implementare queste strutture e risorse è fondamentale per raggiungere l’accesso universale all’acqua e ai servizi igienici e per arrivare all’uguaglianza di genere”, ha dichiarato Cecilia Sharp, direttrice Unicef per i servizi idrici e la riduzione del rischio climatico e ambientale.
Secondo il rapporto, oltre mezzo miliardo di persone condivide ancora i servizi igienici con altre famiglie, compromettendo l’incolumità e la salute delle donne. “Queste ultime non solo devono affrontare le malattie infettive legate ai sistemi idrici come la diarrea e le infezioni respiratorie acute, ma sono anche vulnerabili alle molestie e alla violenza, quando devono usare il bagno”, ha dichiarato Maria Neira, direttrice Oms per il Dipartimento ambiente, cambiamento climatico e salute.
Dall’indagine emergono, però, anche alcuni progressi verso il raggiungimento dell’accesso universale ai servizi idrici e igienici. Tra il 2015 e il 2022, l’accesso delle famiglie all’acqua potabile gestita in modo sicuro è aumentato dal 69% al 73%; i bagni sono passati dal 49% al 57% e le strutture per lavarsi le mani sono passate dal 67% al 75%. Tuttavia, sono necessari ulteriori sforzi per garantire che sempre più persone abbiano accesso a questi servizi.