Un futuro re faccia a faccia con il suo destino. Il principe William, erede al trono britannico, è tornato sulla scena pubblica per contribuire a colmare il vuoto apertosi nell’istituzione monarchica a causa dei problemi di salute che hanno investito casa Windsor, fino all’annuncio shock del cancro diagnosticato a suo padre, il 75enne Carlo III.
Carlo III reagisce con coraggio ma abdicazione non è più parola tabù
Una diagnosi a cui il sovrano primogenito di Elisabetta II sta reagendo “con coraggio”, stando a fonti a lui vicine e al coro pressoché unanime dei giornali del Regno. E che non gli sottrae le prerogative costituzionali di re e capo dello Stato, simboleggiate dalla prosecuzione delle udienze settimanali del mercoledì con il primo ministro (come confermato dallo staff dell’inquilino in carica di Downing Street, Rishi Sunak), seppure per telefono dalla residenza di campagna di Sandringham dove si è ritirato per affrontare gli effetti del ciclo di terapie oncologiche prescritte dai medici.
E che tuttavia lo obbliga a sospendere a tempo indeterminato tutti gli impegni esterni. Compiti in cui è subentrata l’inseparabile regina Camilla, e a cui concorrono senza risparmio i due fratelli del monarca rimasti “attivi” nella rappresentanza della dinastia (la Firm, come viene chiamata), vale a dire il 60enne principe Edoardo e soprattutto la principessa Anna, infaticabile globe trotter del casato (e tuttora cavallerizza provetta) a 73 anni suonati. Ma che non possono non ricadere in primis, per un fatto d’età e di rango, sul delfino 41enne.
Abdicazione non è più parola tabù, tutti gli occhi sul principe di Galles
Tanto più in uno scenario nel quale pronunciare la parola abdicazione non è più blasfemo (l’ultima volta, col re degradato a secondo marito di una avventuriera americana…), almeno in prospettiva; e in cui le incognite sul decorso della malattia di Carlo suggeriscono giocoforza la possibilità che l’avvenire di William da re possa essere più vicino del previsto. Un orizzonte da affrontare con la massima delicatezza istituzionale per il principe di Galles, costretto a raccogliere la sfida in un momento reso ancor più difficile dalla prolungata convalescenza della consorte Kate: inabile a condividere con lui i doveri ufficiali per la prima volta in 13 anni di matrimonio, poiché a sua volta alle prese con un intoppo di salute serio (per quanto di natura imprecisata), culminato il mese scorso in un’operazione all’addome che l’ha costretta a due settimane di ricovero in ospedale e ora a un periodo di riposo stimato in mesi.
A Buckingham Palace “business as usual”
La consegna in seno a Buckingham Palace resta comunque quella di dare per quanto possibile un messaggio di ‘business as usual’ nello svolgimento dei doveri pubblici. Come dimostra l’immagine che William si è sforzato di esprimere, dopo il richiamo in servizio, presiedendo alla cerimonia d’investitura odierna per la consegna di alcune onorificenze nel castello di Windsor; e poi preparandosi ad animare il gala annuale di raccolta fondi della London Air Ambulance, charity patrocinata direttamente dai principi di Galles.
Intanto la stampa si aggrappa al sorriso e all’apparente “buona forma” mostrata dal re ieri, nel fuggevole passaggio pubblico del tragitto fra la residenza londinese di Clarence House e quella di Sandringham. Passaggio nel quale Sua Maestà non ha mancato di rivolgere a sudditi e curiosi sorrisi e saluti, interpretati dai media come un’esibizione di “coraggio” e spirito positivo, malgrado tutto.
Harry torna in Usa, ha visto il padre, non il fratello
Mentre da Londra arriva anche la notizia della rapida ripartenza verso gli Usa del principe ribelle Harry, precipitatosi ieri nel Regno per vedere il padre, sulla scia dell’annuncio della diagnosi di tumore, ma non il fratello maggiore dopo i conflitti seguiti al suo strappo dalla Royal Family del 2020 e al trasloco in California con Meghan.
Una visita letta dalla gran parte dei giornali d’opinione come un gesto di affetto, se non di definitiva ricucitura, verso Carlo; ma liquidata come una toccata e fuga fin troppo fredda – esaurita in 45 o 30 minuti di faccia a faccia, a seconda delle fonti – nei titoli strillati dei tabloid della destra populista più ostili al duca di Sussex: dal Sun al Mail, bersagli di tante battaglie legali del principe cadetto.