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Xi Jinping, in due tazze di tè la metafora del suo potere

Due tazze e tutti gli altri una. All’ultimo Congresso nazionale del popolo Xi Jinping aveva qualcosa davanti a sé due ciotole riempite di tè con rispettivi piattini e coperchi. Apparentemente un semplice dettaglio, se non fosse che nella politica cinese i simboli, lo status e il protocollo hanno significati importanti. Il presidente, che si è assicurato un terzo mandato senza precedenti alla guida della Repubblica popolare cinese, completa la transizione verso il suo secondo decennio di potere. Quelle due tazze potrebbero segnalare che è rimasto molto tè caldo da bere, ovvero che il suo potere continua.

Due tazze, il tè come metafora del potere

“Se la prima delle due tazze da tè implica i suoi primi due mandati quinquennali, dal 2012 al 2022, la seconda tazza da tè potrebbe implicare il suo continuo regno come leader supremo“, ha scritto nel 2021 Katsuji Nakazawa, redattore del sito giapponese Nikkei, con alle spalle sette anni da corrispondente in Cina. Non è infatti la prima volta che Xi è apparso davanti a due tazze di tè. La prima volta è stato durante l’emergenza pandemica da Covid-19. Quel dettaglio era stato interpretato però dalla stampa occidentale come “just a Covid thing”, solo qualcosa legato alle norme igieniche. Ma sembrerebbe avere un valore simbolico che va ben oltre la semplice accortezza sanitaria.

In Cina esiste l’idioma di quattro caratteri, “ren zou, cha liang“, che significa “il tè diventa freddo quando le persone si allontanano”. Proprio nell’estate del 2015, il People’s Daily, organo di stampa del Partito Comunista Cinese, ha pubblicato un articolo che parlava del “ren zou, cha liang”, facendo riferimento agli anziani del partito ed esortandoli a dimettersi silenziosamente. “Alcuni funzionari in pensione non sono disposti ad accettare il tè freddo dopo il pensionamento, quindi fanno tutto il possibile per estendere i loro poteri e cercare di mantenere le loro tazze di tè sempre calde”, era stato osservato. Xi invece ha davanti a sé ben due tazze. Il suo tè non finisce e non si raffredda. Ma se così fosse, un’altra tazza sarebbe pronta a giungere in soccorso della prima.

Il legame di Xi Jinping con il tè

Secondo quanto riportato dal sito ChinaDaily, il legame di Xi con il tè affonderebbe le sue radici negli anni in cui lavorava nella provincia del Fujian. Durante il suo mandato come segretario del Partito della prefettura di Ningde (1988-1990), il segretario generale del Partito Comunista Cinese era solito visitare il villaggio di Tanyang nella città di Fu’an, famosa per il tè Tanyang Congou. Tre decenni dopo, Ningde è diventata una delle principali aree di produzione del tè nel Fujian, dando lavoro a tutte le persone coinvolte nella filiera. 

Nel maggio 2020, il Capo di stato cinese si mostrò molto entusiasta per la prima Giornata internazionale del tè, affermando che in quanto grande produttrice e consumatrice di tè, la Cina lavorerà per approfondire gli scambi culturali intorno alla bevanda, consentendo a più persone possibili di arrivare a godersi la vita accompagnate proprio da una tazza di tè.

“Xi ha proposto di sviluppare l’industria del tè con caratteristiche locali classificando le foglie di tè e introducendo la semina su larga scala e la gestione scientifica. Ha guidato gli sforzi per migliorare le varietà di tè e la qualità delle foglie”, si legge sul quotidiano cinese. Perciò, quelle due tazze di tè poste davanti al leader nei giorni scorsi non possono che avere un riferimento politico, che non si limita al semplice abbeverarsi.

Il tè cinese tra politica estera e diplomazia

“Guardate, vi è stato portato del tè. Non è per me, quindi bevetelo o si raffredderà. È tè cinese. Xi Jinping me lo manda sempre”, ha detto il presidente bielorusso Aleksandr Lukashenko, rivolgendosi in modo informale a un gruppo di scienziati durante una cerimonia pubblica. Sembra infatti che il tè cinese rientri nella dieta rigorosa a base di proteine che il politico segue, come fa sapere il sito bielorusso Sb News. Ad inviarglielo è il presidente cinese in persona e potremmo non escludere che lo stesso faccia con altri leader mondiale, come Putin, tra i primi a essersi congratulato con Xi per la sua rielezione a presidente della Repubblica popolare cinese.

In passato, Xi Jinping ha usato il tè come metafora per parlare della cultura tradizionale cinese in un discorso tenuto al Collegio d’Europa di Bruges, in Belgio, nel 2014. In quell’occasione ha affermato: “La Cina rappresenta in modo importante la civiltà orientale, mentre l’Europa è la culla della civiltà occidentale. I cinesi amano il tè e i belgi amo la birra. Per me, moderato bevitore di tè e appassionato amante della birra, rappresentano due modi di intendere la vita e conoscere il mondo e li trovo ugualmente gratificanti”. Difficile, se non impossibile, ipotizzare che la bevanda sia per Xi solo un infuso salutare a base di foglie pregiate del Fujian.

Silvia Di Pasquale

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