Il giornalista, direttore e proprietario della radio “Voice of Yemen”, Majli Al-Samadi, è stato aggredito davanti alla sua casa a Sana’a da tre persone. L’aggressione è avvenuta il primo gennaio ma è stata denunciata solo ieri dal Sindacato dei giornalisti yemeniti. In una nota il sindacato ha condannato l’aggressione al giornalista Majli Al-Samadi, direttore e proprietario della radio “Voice of Yemen”, davanti alla sua casa a Sana’a, da parte di tre persone che hanno rotto anche i finestrini della sua auto.
Il giornalista Al-Samadi è stato picchiato da una banda ritenuta appartenente al gruppo Houthi. Il fatto è avvenuto il giorno dopo che un tribunale Houthi ha annullato una sentenza che aveva ordinato la restituzione della “Voice of Yemen” di sua proprietà, che era stata confiscata dal gruppo più di un anno fa.
In un comunicato, il Sindacato dei giornalisti ha condannato con la massima fermezza “queste violazioni sistematiche contro un giornalista disarmato che rivendica i suoi diritti e aderisce al suo diritto costituzionale di esprimere la sua opinione”.
Il sindacato addossa “all’autorità de facto di Sana’a” (gli Houthi) “la piena responsabilità di queste intimidazioni”, iniziate con la chiusura della radio, poi con l’assalto e il saccheggio della sua sede e con il rifiuto di attuare una decisione iniziale del tribunale che prevedeva che la radio tornasse in funzione.
Il Sindacato dei giornalisti ha confermato che lo stato di impunità per coloro che hanno attaccato Al-Samadi nei due diversi incidenti è un messaggio di intimidazione rivolto a tutti i giornalisti che lavorano nelle aree controllate dagli Houthi per mettere a tacere ogni voce che rivendica i loro diritti.
Ha invitato tutte le organizzazioni interessate alla libertà di opinione e di espressione, guidate dall’Unione dei giornalisti arabi e dalla Federazione internazionale dei giornalisti, a essere solidali con Al-Samadi e a sostenere i suoi diritti alla ritrasmissione e a tutte le sue proprietà, e a scoprire e punire gli aggressori e tutti i violatori della libertà di stampa.
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