L’Ucraina sta facendo fronte in queste ore alla ripresa dei bombardamenti russi delle città, da Kiev a Uman (dove decine di civili ucraini sono morti). Sul campo e nelle cancellerie resta lo stallo totale alla vigilia dell’annunciata controffensiva ucraina.
Zelensky spiega alla tv finlandese che tra gli obiettivi c’è la riconquista anche della Crimea. Putin rivendica alla Russia le quattro regioni fin qui strappate a Kiev come “terre storiche” appartenente al popolo russo.
La controffensiva che le forze armate ucraine stanno programmando per liberare i territori occupati dalla Russia prevede anche la liberazione della Crimea, annessa dalla Russia nel 2014.
Lo ha detto il presidente dell’Ucraina, Volodymyr Zelensky, in un’intervista all’emittente pubblica finlandese Yle.Tuttavia, ha aggiunto che il successo di Kiev dipende fortemente dal fatto che l’Occidente continui a fornire armi.
“Vogliamo salvare il maggior numero possibile di vite, quindi il numero di armi è importante”, ha detto.
Secondo Zelensky, le truppe russe perdono ogni giorno motivazione e al tempo stesso temono le conseguenze della loro ritirata.
Sebbene Zelensky non abbia voluto rivelare alcun dettaglio o calendario per il contrattacco, si ritiene che sia previsto per la tarda primavera o l’inizio dell’estate. Nonostante le sue speranze di successo, ha anche avvertito che la guerra potrebbe continuare per anni o addirittura decenni.
“Per gli altri Paesi è più conveniente sostenere l’Ucraina ora piuttosto che aumentare i rischi di una terza guerra mondiale”, ha dichiarato Zelensky nell’intervista.
Le quattro regioni dell’Ucraina annesse da Mosca sono “terre storiche” russe e i loro abitanti “parte del nostro popolo”. Lo ha detto il presidente Vladimir Putin parlando a San Pietroburgo.
Pertanto oggi è necessario “difendere e proteggere la loro decisione inequivocabile di tornare alla Russia”, ha aggiunto Putin, citato dall’agenzia Tass.
I residenti delle quattro regioni ucraine annesse dalla Russia che non accettano di diventare cittadini russi saranno considerati stranieri e potranno essere espulsi se porteranno “una minaccia alla sicurezza nazionale” con attività che comprendono anche la “partecipazione a raduni e manifestazioni non autorizzate”.
E’ quanto prevede una legge firmata e promulgata oggi dal presidente Vladimir Putin dopo essere stata approvata dal Parlamento.
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