Cronaca

Dall’addestramento all’obiettivo di “ripulire” la società, cosa c’era dietro alla rete neonazista Werwolf

Il gruppo “Werwolf Division“, poi ribattezzato “Nuova Alba“, rappresenta un esempio inquietante di un’organizzazione di estrema destra che, attraverso messaggi e discorsi ispirati al nazismo, cercava di radicarsi nel panorama sociale e politico. Tra le comunicazioni diffuse nei canali Telegram del gruppo, venivano condivisi contenuti che includevano discorsi di Hitler e dei suoi gerarchi, ma anche interviste a figure controverse, come quella a Pierluigi Concutelli, condannato all’ergastolo per l’omicidio del giudice Vittorio Occorsio e mai pentito delle sue azioni. Il gruppo, infatti, non si limitava a teorizzare, ma puntava ad azioni concrete e violente, come dimostrano le dichiarazioni e i piani che iniziavano a prendere forma nei suoi membri.

Addestramento e radicalizzazione

Per raggiungere i propri obiettivi estremisti, i membri di “Nuova Alba” non si limitavano a discutere sui canali Telegram. Era necessaria anche una solida base ideologica, alimentata da momenti di incontro fisici e sessioni di addestramento. Il gruppo si organizzava in luoghi appartati, spesso fuori dalle zone urbane, dove i membri potevano esercitarsi, rafforzare la loro formazione e, se necessario, sparire per un po’ in clandestinità. Questi addestramenti avevano come scopo la preparazione a un’ipotetica “guerra imminente”, nella quale l’uso della violenza sarebbe stato centrale. La base ideologica del gruppo si fondava sulla volontà di ripulire la società con metodi radicali, usando l’informazione e la formazione nazionalsocialista come strumenti per alimentare l’odio e la divisione.

L’obiettivo di “ripulire” la società

L’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 25 membri del gruppo evidenzia l’obiettivo di arruolare nuovi adepti, pronti a lanciarsi nella violenza in nome di una guerra “accelerazionista”. L’intento del gruppo era chiaro: combattere una società che consideravano corrotta e pronta per essere “ripulita” attraverso la diffusione della loro ideologia estremista. Per questo, non solo venivano arruolati nuovi membri, ma si promuovevano attività di formazione e radicalizzazione che miravano a preparare i “camerati” a un conflitto aperto.

Dall’addestramento all’obiettivo di “ripulire” la società, cosa c’era dietro alla rete neonazista Werwolf (foto ANSA) – Blitz quotidiano

I protagonisti del gruppo e le loro attività

A gestire le attività interne al gruppo c’erano figure di riferimento come “Il Comandante”, che fungeva da leader spirituale, e “L’Editore”, che curava la pubblicazione di contenuti su altri gruppi di estrema destra. Tra i membri del gruppo emerge anche la figura di un uomo di 45 anni, l'”Istruttore”, responsabile dell’arruolamento. L’uomo, oltre a ideare attentati, tra cui uno contro la premier e Klaus Schwab, presidente del World Economic Forum, era anche noto per la sua partecipazione a programmi televisivi come La Corrida di Carlo Conti e per il suo lavoro come receptionist e guardia giurata a Bologna. Oltre a ideare piani di violenza, si dedicava anche alla scrittura, creando romanzi ambientati durante la Seconda Guerra Mondiale, un altro aspetto che testimoniava la sua ossessione per il passato e la glorificazione di ideologie estremiste.

L’inchiesta ha portato all’arresto di 12 membri del gruppo, con altri soggetti sottoposti a indagini. L’operazione ha smantellato una rete di contatti e attività che operavano nell’ombra, con l’intento di realizzare le proprie teorie violente e accelerazioniste.

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Filippo Limoncelli