La fiction su Sarah Scazzi almeno per il momento non andrà in onda. Il tribunale di Taranto ha infatti emesso il provvedimento di sospensione cautelare che blocca la trasmissione della fiction tv “Avetrana – Qui non è Hollywood” che avrebbe debuttato il 25 ottobre sulla piattaforma Disney+. Il giudice che ha emesso il provvedimento ha fissato un’udienza di comparizione delle parti per il prossimo 5 novembre.
A presentare ricorso d’urgenza era stato il sindaco di Avetrana Antonio Iazzi in cui chiedeva la sospensione immediata della messa in onda e la visione preliminare della serie per “appurare se l’associazione del nome della cittadina all’adattamento cinematografico susciti una portata diffamatoria rappresentandola quale comunità ignorante, retrograda, omertosa, eventualmente dedita alla commissione di crimini efferati di tale portata, contrariamente alla realtà”. Il sindaco del comune che sorge in provincia di Taranto ha presentato un ricorso quando mancavano solo 4 giorni dalla messa in onda della prima puntata della serie e chiede inoltre la rettifica del titolo. Nel ricorso, il sindaco Iazzi rivendica il fatto che Avetrana è nota per i tesori storici e artistici che ospita e quindi chiede “rispetto per la comunità e una giusta connotazione“.
La serie tv è in quattro puntate ed è stata presentata in anteprima mondiale alla Festa del Cinema di Roma. la regia è del pugliese Pippo Mezzapesa e parla dell’omicidio della quindicenne Sarah Scazzi, avvenuto nel comune tarantino nell’agosto 2010. Per il delitto sono state condannate all’ergastolo la cugina e la zia della ragazzina, Sabrina Misseri e Cosima Serrano. Mentre lo zio Michele Misseri, il padre di Sabrina e marito di Cosima, ha scontato otto anni per occultamento di cadavere e ha lasciato il carcere nel febbraio scorso. Da quando è uscito dal carcere, Michele Misseri ha continuato a ribadire di essere stato lui a uccidere la nipotina, cercando anche di approfittarsi del suo cadavere. Versione alla quale i magistrati non hanno mai creduto.
Il Sindaco, nel ricorso scrive ancora che la comunità di Avetrana “ha da sempre cercato di allontanare da sé i tanti pregiudizi dettati dall’omicidio, dal momento che la tragedia destò sgomento nella collettività, interessata da una imponente risonanza mediatica, che stimolò l’ente a costituirsi parte civile nel processo penale a carico di Misseri Michele” e degli altri imputati. “La messa in onda del prodotto cinematografico – si legge ancora – rischia invece di determinare – prescindendo anche dal contenuto che al momento si ignora – un ulteriore attentato ai diritti della personalità dell’ente comunale, accentuando il pregiudizio che il titolo già lascia presagire nel catapultare l’attenzione dell’utente sul territorio più che sul caso di cronaca”.